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Rugby

Sei Nazioni femminile: un’Italrugby da record e sempre più grande

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Questa Italrugby sta diventando grande. Non ci riferiamo alla Banda Brunel ma, anzi, a chi dovrebbe essere una sorta di esempio per gli uomini, in particolare dopo quanto accaduto all’Olimpico sabato pomeriggio. Stiamo parlando della Nazionale femminile, in corsa per il miglior Sei Nazioni della loro storia.

Le azzurre, dall’ingresso del torneo nel 2007, hanno navigato costantemente nelle ultime due posizioni – sebbene non finiscono sul fondo della classifica ormai dal 2009 -, ma quest’anno possono finalmente sfatare il tabù quarto posto, forti delle due vittorie messe in cascina e di una differenza punti in positivo rispetto al Galles, principale antagonista verso un obiettivo alla portata delle ragazze allenate da Andrea Di Giandomenico. Proprio dalla sfida contro le gallesi è partita un’avventura finora entusiasmante per l’Italdonne, caparbie nell’espugnare il fortino ospite con una meta nei minuti finali, a dimostrazione delle spiccata capacità di lottare e soffrire spesso evidenziate dalle italiane. Diversa la musica nel secondo match contro la Francia ma, dopo l’impresa dello scorso anno, attendersi una conferma anche in trasferta appariva comprensibilmente difficile e il 25-0 rimediato Oltralpe non poteva che essere preventivabile, tant’è che le ragazze di Di Giandomenico non hanno faticato nell’archiviare la sconfitta e a rivolgere le proprie forze alla Scozia. Il risultato? Scozzesi abbattute 45-5 con autorità e dominando ogni aspetto del gioco, da vera grande squadra quale sta progressivamente diventando l’Italrugby femminile, trascinata dalla sapienza e dal piede di Veronica Schiavon, da una mischia solida ed affidabile e da una linea di trequarti di qualità sempre maggiore. Un match, come direbbe Rino Tommasi, da circoletto rosso per accrescere ulteriormente la consapevolezza nei propri mezzi, perché vedeva l’Italia partire favorita e perché la Scozia era stata battuta già in quattro occasioni su sette incontri. E il pronostico è stato ampiamente rispettato, dimostrando come anche una Nazionale di rugby possa gestire la pressione e far valere le proprie qualità sull’avversario, motivo per cui queste ragazze meriterebbero tutt’altra visibilità rispetto a quella (scarsa) attuale. Una vittoria, inoltre, storica nella misura e nel punteggio, da record per il numero di punti realizzati e per lo scarto rifilato all’avversaria, per delle cifre mai raggiunte da nessun’altra Nazionale italiana nel torneo più prestigioso dell’Emisfero Nord. Sulle ali dell’entusiasmo, però, capitan Gaudino&co. saranno chiamate ad innalzare di un’ulteriore tacca il loro livello di gioco, per affrontare un’ultima parte di Sei Nazioni tosta e proibitiva contro due super-potenze come Irlanda ed Inghilterra, un tempo inarrivabili per gli standard italici ma da cui il gap si è ora sensibilmente ridotto.

Non solo la Nazionale ovviamente, poiché la costante ed inesorabile crescita riguarda tutto il movimento femminile, destinato nei prossimi anni a togliersi diverse soddisfazioni. L’attuale Serie A femminile, inoltre, ha aumentato negli ultimi anni il numero delle iscritte fino alle 15 inizialmente al via della stagione in corso, divisi in due gironi territoriali (Nord e Sud); non sono mancati, però, anche i problemi economici, organizzativi e di adattamento alla nuova competizione per molte nuove realtà, le principali cause del ritiro dal campionato del Gerundi. Difficoltà probabilmente fisiologiche – la crisi certamente non aiuta – ma risolvibili col tempo e con il lavoro, per non arrestare un progresso ben avviato ed indirizzato.

Foto: Fotosportit/FIR

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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