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Rugby

Sei Nazioni 2014: Italia, serve riprendere la “Via Maestra”

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Succede che, mentre ci affanniamo in difesa per placcare e difendere il risultato, Duncan Weir con un drop dalla lunga distanza decida di punirci infliggendo all’Italrugby la più amara delle sconfitte: 20-21, allo Stadio Olimpico e per giunta dalla Scozia.

Ora, per quanto la vittoria dei Braveheart possa essere arrivata in modo rocambolesco, il punteggio certamente non racconta tutto.

Gli uomini di Scott Johnson infatti, al netto di un primo tempo dove si sono trovati sotto 13-3, nella seconda frazione di gioco hanno messo a nudo tutte le difficoltà attuali della nostra rappresentantiva che, dopo il Sei Nazioni 2013 chiuso brillantemente al quarto posto, avendo ottenuto due vittorie contro Francia e Irlanda, sembra essere piombata in una crisi involutiva notevole.

La concentrazione inizia a difettare, gli errori alla mano e quelli nel gioco al piede iniziano a moltiplicarsi, per la tensione con cui gli azzurri vivono ogni possesso e soprattutto, cosa che preoccupa di più, la cilindrata del motore sembra essere tornata quella di una Cinquecento a confronto con delle Ferrari.
I nostri, ad eccezione del match in Galles, reggono sempre bene i primi 40′; ma nella ripresa tendono ad avere dei black-out oppure ad eclissarsi piano piano, sino a concedere il predominio territoriale completo all’avversario di turno.

Il problema però, non risiede sicuramente nelle gambe dei giocatori. Tutta la “Banda Brunel” è composta da professionisti seri, che si allenano duramente nell’arco della settimana e nel week-end sono pronti a scendere in campo sia con i loro club sia con la maglia del Bel Paese.
La difficoltà maggiore sta, purtroppo, nel ritrovare quella mentalità vincente costruita tra il 2012 e il 2013; quella che non ti fa aver paura di gestire un possesso delicato, con calma e senza frenesia, operando le migliori scelte. L’unita di squadra che ti permette di non staccare mai “la spina dell’attenzione”, compiendo anche uno sforzo in più dal punto di vista fisico quando si è “in riserva”.

Nelle prossime due partite quindi, due tostissimi incroci contro Irlanda e Inghilterra, servirà necessariamente un cambio di passo per aprirci la strada verso il vero obiettivo azzurro del quadriennio che nel 2015 andrà ad esauirsi: i quarti di finale alla World Cup.

michele.cassno@olimpiazzurra.com

Foto: Federazione Italiana Rugby

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