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Ciclismo

Ciclismo su pista: Italia stazionaria a Guadalajara

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Un’Italia stazionaria rientra a casa dalla trasferta di Guadalajara, ultimo appuntamento di una Coppa del Mondo di ciclismo su pista ormai ridotta a tre sole prove.

Lo scopo della “missione” messicana era cercare risposte nel cuore di un inverno di lavoro che culminerà, tra poco più di un mese, con i Mondiali di Cali, in Colombia. Le risposte sono state positive da alcuni singoli, in particolare Marco Coledan, che ha perso davvero per un’inezia la CdM di specialità nell’inseguimento individuale,  e da Simona Frapporti, sempre molto regolare in stagione nell’omnium, la disciplina in assoluto più completa (e complicata) da affrontare.

Lievi progressi dal quartetto maschile, sicuramente più competitivo rispetto all’uscita di Aguascalientes, ma anche a fronte di formazioni, tra le nazionali principali, che di titolare avevano ben poco; comunque, quando il cronometro segna 3” in meno rispetto all’ultima performance si può essere almeno parzialmente soddisfatti.

In generale, la distanza del nostro movimento da quello britannico, australiano o anche solo tedesco è davvero notevole, e ci vorranno anni per cercare di ridurla. L’Italia è totalmente assente nella velocità, tanto individuale quanto a squadre, che pure occupa sempre una buona fetta dei programmi di gara in ogni competizione internazionale; può vantare due quartetti work in progress, con valide riserve, da top ten mondiale, ma non più in alto; e, oltre ai ragazzi citati poc’anzi, può contare su Elia Viviani e Giorgia Bronzini i quali, pur privilegiando la strada, riescono sempre ad essere competitivi nei velodromi quando vengono chiamati in causa. I prossimi raduni tecnici serviranno ad affinare alcuni meccanismi e a sciogliere i dubbi sugli atleti che ci rappresenteranno alla manifestazione iridata in Colombia.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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