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Sci Alpino

Sci alpino: l’urlo di Paris sulla Streif (con video)

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Fate questa domanda ad un qualunque sciatore  o allenatore: “Ma è più importante vincere sulla Streif o vincere il Mondiale”? La risposta sarà univoca, indipendentemente dal vostro interlocutore: la Streif.

Dal 1967 tappa fissa della Coppa del Mondo di sci alpino (anche se la prima edizione è datata 1931), la pista di Kitzbühel è l’obiettivo più ambito da ogni discesista che si rispetti. Saranno i passaggi mitici, dal salto della Mausefalle alla diagonale dell’Hausbergkante; sarà il pubblico, sarà l’idea di essere nella casa dello sci, nella storia dello sci, ma Kitz ha un fascino ineguagliabile. Qui hanno vinto i grandissimi: Toni Sailer e Karl Schranz, Jean-Claude Killy e Franz Klammer, Pirmin Zurbriggen e Marc Girardelli, Kristian Ghedina ed Hermann Maier, Didier Cuche…e Dominik Paris.

Proprio lui, la possente guardia forestale di Santa Valburga in Ultimo; il ragazzone che ha passato un’estate in una malga, sveglia prima dell’alba e bestie da accudire, per conoscere la fatica vera e rendersi conto che sciare, poi, non era così male. Lui, che un mese prima si era imposto a Bormio, prima perla di una carriera sempre più luminosa. E’ il 26 gennaio, pettorale numero 20: in testa Max Franz, uno dei giovani virgulti di un Wunderteam che fatica a ritrovarsi. Sicuro sulla Mausefalle, velocissimo sul piano, con i suoi Nordica che sfoderano una performance fantastica: curve centrali affrontate con dolcezza, Hasubergkante con la giusta direzione e poi via, a rotta di collo verso il traguardo sempre più vicino. 1:57.56, 61/100 di margine su Franz. Ci penseranno altri ad impensierirlo più da vicino, a fargli il solletico, a tenerci tesi davanti al televisore: Erik Guay, che scende subito dopo di lui,  termina a 13/100, e per lunghi tratti fa davvero paura. Ma non c’è nulla da fare: è il Tricolore a sventolare sul podio più alto di Kitz, è Dominik Paris il nome a cui viene dedicato, nell’estate successiva, una cabina della seggiovia che risale la storica pista.

Ecco il video della sua prova, con il commento di Davide Labate e Paolo De Chiesa:

http://youtu.be/Q_fT8N2Ge-w

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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