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Calcio

Mondiali 2014, le rivali dell’Italia ai raggi X

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L’urna dei sorteggi mondiali ha estratto l‘Italia con Uruguay, Inghilterra e Costa Rica. Un girone non facilissimo, ma comunque alla portata degli azzurri di Cesare Prandelli che si presenteranno al via della competizione brasiliana con l’obiettivo dei quarti di finale dopo l’argento europeo ed il terzo posto in Confederations Cup. Di seguito, ecco un’analisi delle nostre tre rivali: punti forti, deboli e possibili sorprese.

URUGUAY – L’abbiamo già incontrato a giugno, sempre in Brasile, sempre alle 13 locali come avverrà la prossima estate. Le condizioni climatiche saranno avverse all’Italia (giocheremo infatti alle 13 anche contro la Costa Rica), ma a far paura sono ancora di più i due super attaccanti della Celeste. Ovvero, Luis Suarez e Edinson Cavani: il secondo lo conosciamo benissimo dopo gli anni trascorsi a Napoli, gol e sacrificio per la squadra, il primo nonostante un carattere spesso oltre le righe sta facendo tremare tutta la Premier League a suon di reti da fantascienza (si veda il poker di mercoledì contro il Norwich per conferma). E non va dimenticato Diego Forlan, tanto flop in nerazzurro quanto ispirato con i due compagni di nazionale. Poi, però, il resto della rosa non pare al livello degli azzurri. Principalmente a centrocampo, dove il fulcro del gioco è affidato ai piedi non certo vellutati di Walter Gargano e Arevalo Rios: Andrea Pirlo e compagni potranno dominare, fisicamente e tecnicamente. Anche la difesa, ben orchestrata dalla panchina da Oscar Tabarez, non gode comunque di un top-player carismatico: sarà importante non esporsi ai rapidi contropiedi uno contro uno/due contro due, per il resto l’avversario sudamericano è alla portata.

INGHILTERRA – La generazione d’oro è finita. Presto uscirà un film, dedicato a sei leggende del Manchester United che hanno anche scritto alcune pagine importanti della nazionale inglese, ma il discorso calcistico vero e proprio è terminato. C’è però un tal Wayne Rooney a far tremare la difesa azzurra: l’asso dei Red Devils, ben aiutato in fase offensiva da Daniel Sturridge del Liverpool e Theo Walcott dell’Arsenal, rimane un fuoriclasse in grado di decidere le partite da solo. Il centrocampo, a differenza dell’Uruguay, si può considerare un punto forte degli inglesi: l’esperienza di Steven Gerrard e Frank Lampard, ma anche la spavalderia ed il talento di quel Jack Wilshere (21enne) sempre più protagonista con la casacca dei Gunners in testa alla Premier League. Due situazioni, però, non convincono: il dilemma portiere, ultimo baluardo di una linea difensiva non più solida come un tempo, con Joe Hart a rischio esclusione dopo un’innumerevole serie di errori con il Manchester City e il tecnico. Roy Hodgson, vecchia conoscenza del calcio italiano sponda Inter: un allenatore in grado di ottenere magri risultati con un gioco da provinciale, poco spettacolare e talvolta nemmeno efficace. Il nostro successo ai rigori del 2012 è ancora fresco nella memoria: si ripensi ai 120′ di quella gara, quante volte fu chiamato in causa Buffon?

COSTA RICA – I centroamericani tornano al Mondiale dopo l’eliminazione al primo turno datata 2006, miglior risultato di sempre la qualificazione agli ottavi di finale nel 1990 proprio in suolo italico. La compagine di Jorge Luis Pinto, commissario tecnico colombiano, parte con l’etichetta di vittima designata del girone D ma potrebbe risultare una pericolosa mina vagante non tanto per il discorso passaggio del turno, quanto per poter sottrarre punti preziosi negli scontri diretti. Si tratta infatti di una squadra estremamente rapida, in grado di giocare a viso aperto contro qualsiasi avversario (spesso però subendo molte reti) e pungere nelle ripartenze. Un occhio di riguardo va infatti riservato alle ali del 4-2-3-1 di Pinto: Francisco Calvo e Joe Campbell, quest’ultimo gioiello classe 1992 in prestito dall’Arsenal all’OIympiacos, sono giocatori che amano ribaltare il fronte dell’azione e rendersi imprendibili palla al piede. Il finalizzatore, Jonathan McDonald, è una prima punta atipica per il sistema tattico utilizzato poiché molto agile e per nulla possente fisicamente: un altro segnale di come la Costa Rica possa rendersi pericolosa soprattutto una volta calata l’intensità della rivale. La difesa, però, non pare poter reggere i ritmi del palleggio europeo: anche qui, come nell’Uruguay, è privilegiata la fase offensiva rispetto a quella difensiva e ciò rischia di diventare un coltello a doppio manico troppo pericoloso per tutta la squadra, per lo più priva di esperienza internazionale.

 

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