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Lance Armstrong, continuano le rivelazioni: ma ne vale la pena?

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In un’intervista rilasciata a cyclingnews.com e ripresa da molti media, sportivi e non, Lance Armstrong ha voluto illustrare alcuni dettagli sulle pratiche dopanti alle quali si è sottoposto, secondo le sue affermazioni, sin dal 1995. Non intendiamo, con questo articolo, entrare nel dettaglio di queste ennesime rivelazioni.
Il punto focale, infatti, dovrebbe essere un altro: ha senso tutto questo? Ha senso che la più grande frode nella storia dello sport continui ad aleggiare come un fantasma sul ciclismo e sui mezzi di comunicazione che se ne occupano? La giustizia sportiva e la storia hanno già detto tutto ciò che c’era da sapere sul texano, demolendone il mito, facendolo letteralmente (e meritatamente) a pezzi. Ma perché andare avanti così?
Semplice. Armstrong rende. Basta parlare di lui, in un libro o in una trasmissione televisiva, per avere successo, picchi di audience assicurati, incassi pubblicitari da capogiro. Senza contare che Lance per ogni intervista e per ogni rivelazione incassa probabilmente un importante corrispettivo economico, aspetto non così banale alla luce della rottura di fior di contratti con gli sponsor.
Noi di Olimpiazzurra ci dissociamo da tutto questo. Prendiamo qui l’impegno di non dare più spazio a quello che ormai è diventato un fenomeno da baraccone, perché tutto ciò che c’era da sapere su di lui, sull’orrendo sistema di doping e terrore psicologico instaurato dalla sua corte e su quel ciclismo gravemente danneggiato da tale personaggio è già stato detto e scritto. Basta, Lance. Game over.

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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