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Biathlon

ESCLUSIVA | Biathlon, Daniel Taschler: “Il mio obiettivo è accedere alla Ibu Cup”

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Oggi abbiamo in esclusiva la possibilità di fare un intervista al biathleta italiano Daniel Taschler. Il 26enne di Anterselva (classe 1987) milita attualmente nel gruppo sportivo Forestale e il suo esordio in Coppa del Mondo risale al 2011. Lo scorso anno ha gareggiato in Ibu Cup, ed ha ottenuto dei buoni risultati, anche se la sua miglior stagione è stata quella del 2010/2011 con degli ottimi risultati nel Campionato Continentale in Val Ridanna.

Siamo alla vigilia della stagione invernale e siamo alla conclusione della preparazione, come ti senti?

“Attualmente mi sento bene, spero di non ammalarmi e di fare bene nell’ ultimo periodo di allenamento prima della stagione invernale. Quest anno ho fatto tutta la preparazione con il gruppo sportivo Forestale e mi sono trovato molto bene con gli allenamenti degli nostro allenatore Luciano Cardini. Abbiamo un bel gruppo e questo aiuta tutti per migliorare”.

Che cosa rappresenta per te il biathlon? Cosa ti ha spinto a praticare questo sport? 

“Per me il biathlon è uno sport molto complesso: servono tante doti per diventare forte, ed è uno sport molto interessante per gli spettatori. Siccome vengo da Anterselva, sono cresciuto nell’ ambiente del biathlon, in più avendo praticato mio padre questo sport, fin da bambino sapevo che sarei diventato un biathleta”.

Che soluzioni proponi per aumentare la popolarità di uno sport così competitivo e appassionante come il biathlon?

“Bisogna dire che il biathlon in tanti paesi ha già un gran seguito, per esempio in Germania, Russia e nei paesi scandinavi. In Italia è un pò difficile, ci sono tanti altri sport estivi che vengono risaltati maggiormente rispetto a quelli invernali e soprattutto al biathlon. Secondo me, il primo passo per aumentarne la popolarità consiste nella trasmissione delle gare in televisione”.

Come valuti il tuo piazzamento ai campionati italiani estivi?

“Non ero molto contento, poichè ho avuto dei problemi al poligono e anche la mia forma fisica non era delle migliori. Alla fine le gare estive sono un bel confronto, ma per me cambia tanto tra ski roll e gli sci. Prendo questa competizione come un buon allenamento per capire gli aspetti su cui devo ancora migliorare in vista dell’inverno”.

Al momento la squadra di Coppa del mondo prevede tre atleti (Hofer, Dominick Windisch e Pietro Dutto). Tu, Markus Windisch, Christian de Lorenzi, Christian Martinelli e Micheal Galassi avrete spazio nelle varie tappe?

“Per le gare di coppa del mondo c’è solo una possibiltà per accedervi: andare forte, poi ognuno avrà l’ opportunità di gareggiare in Coppa”.

L’obiettivo quest’anno è concentrato su Sochi. La tua preparazione è concentrata verso marzo o per fare bene fin da subito in Coppa del Mondo?

“La mia preparazione è sicuramente concentrata verso dicembre, visto che non sono ancora qualificato per nessuna gara internazionale. Il mio obiettivo è di accedere alla Ibu Cup, poi si vedrà se le mie condizioni fisiche saranno a un livello tale da permettermi la convocazione in Coppa del mondo. Penso che le Olimpiadi siano un obiettivo per tutti gli atleti che hanno scelto una vita da sportivo. Spero di stare bene e di non ammalarmi e poi si vedrà”.

Sono ormai diversi anni che sei un professionista nella categoria seniores, come è cambiato secondo te il biathlon in queste ultime stagioni?

“Negli ultimi anni sicuramente è cambiato tanto. Dalla prospettiva degli atleti, il livello è diventato molto più elevato rispetto a qualche anno fa: tutto deve essere molto professionale e non ci si può più permettere di indebolirsi. Ma anche riguardo la prospettiva economica si è cambiato tantissimo, alzando l’asticella della competitività su tutti i fronti”.

Come è il tuo approccio al poligono? Sei soddisfatto della tua carabina e della tua percentuale al tiro?

“Il poligono è il mio forte: uso la mia carabina ormai da anni, ma ogni stagione cerco di sistemare piccole cose per perfezionarla. Per questo vorrei ringraziare un falegname di Anterselva che si chiama Bachmann Rudolf, che fa dei calcioli in carbonio. Per quanto riguarda il tiro, a terra sono molto soddisfatto mentre in piedi devo ancora migliorare per diventare più preciso e più veloce”.

Quale tra le diverse gare (sprint, inseguimento e individuale) si addice di più alle tue caratteristiche?

“Sicuramente la gara individuale si addice di più alle mie caratteristiche, perchè si spara 4 volte. In più bisogna essere molto preciso per non prendere tanta penalità. Negli ultimi anni ho riscontrato che i migliori piazzamenti li ho raggiunti nelle gare sprint. Alla fine bisogna saper sparare bene e andare forte sugli sci in tutte le gare, poi i risultati arrivano di conseguenza”.

Su quali giovani atleti e atlete azzurri scommetteresti per il futuro?

“Ad essere sincero non scommetterei su un nome preciso, con i giovani bisogna rimanere tranquilli e seguire passo a passo il percorso per lo sviluppo e la crescita. Negli ultimi anni in molti da junior sono andati forte, ma non è detto che poi da professionisti riescano a fare il salto di qualità, sparendo quando bisogna sfondare nella categoria senior. Sicuramente abbiamo dei talenti, ma non ci si può esprimere chi diventerà davvero forte, può succedere di tutto fino alla categoria senior”.

Quale pista preferisci tra quelle in cui hai gareggiato?

“Ci sono tante belle piste nel circuito, ma la mia preferita è sicuramente è quella di Anterselva, Mi alleno da anni lì e la conosco a memoria. In più ho avuto l’onore di gareggiare in Coppa del Mondo in casa e certi ricordi non si dimenticheranno più”.

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