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Ciclismo

Firenze 2013: Italia, sarà corsa dura?

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A scanso di equivoci, l’Italia non è la nazionale favorita per la prova maschile élite dei Mondiali di Firenze 2013. In realtà è difficile individuare un atleta realmente favorito e, di conseguenza, una squadra più forte delle altre: il circuito particolarmente impegnativo, poi, potrebbe lasciare spazio anche a qualche sorpresa.

Comunque sia, l’Italia dovrebbe-deve!-fare corsa dura, per un motivo molto semplice: il capitano designato, Vincenzo Nibali, non può permettersi di arrivare in volata con uno o con venti altri corridori, perché non ha spunto veloce. Inoltre, nell’ipotesi in cui si presentasse sul traguardo un plotone di dieci o più atleti, gli italiani sarebbero battuti: sì, Pozzato, Ponzi (se fosse titolare) e persino Paolini hanno buone doti da velocisti, ma Sagan o Valverde o Gilbert avrebbero più chance; non siamo sul tracciato di Zolder e non abbiamo un velocista sicuramente più forte degli altri.

Cosa si intende con corsa dura? Attaccare il più possibile. L’Italia non deve tirare un metro in testa al gruppo per tutta la giornata, lasciando così l’onere dell’inseguimento (e dello sfiancamento) alle altre nazionali: ma deve inserire almeno un ragazzo in ogni tentativo particolarmente significativo. D’altronde gente come lo stesso Pozzato, Santaromita, Visconti e Scarponi, pur con caratteristiche diverse, hanno la capacità di andare all’attacco nel loro DNA ciclistico: e la dovranno sfruttare appieno, in ogni occasione che il circuito di Firenze porrà davanti. Nibali andrebbe tenuto per l’ultimo giro, qualora i tentativi precedenti-cosa peraltro assai probabile-non avessero frutto: più che sull’ostico Fiesole, lo Squalo potrebbe tentare la stoccata decisiva sull’ascesa di via Salviati per poi lanciarsi in discesa, tenere duro nello strappo di via Trento e fiondarsi sul traguardo. Chiaramente sarebbe altrettanto fondamentale il lavoro di “stopper” che corridori di assoluta esperienza come Vanotti e Paolini potrebbero garantire nel tentativo di impedire ad altri favoriti di inseguire il siciliano.

Abbiamo qui tracciato uno scenario assolutamente ipotetico e, soprattutto, con quel lieto fine che manca da un po’ anni al pedale tricolore: ma il ciclismo, come tutti gli sport, è bello perché impronosticabile, soprattutto nella gara iridata.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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