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Volley, Dragan Travica si sfoga: perchè ho lasciato l’Italia

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Sabato un fulmine a ciel sereno ha colpito il volley nostrano. Dragan Travica, il palleggiatore della Nazionale maschile di volley, ha deciso di lasciare il nostro Paese, la Lube Banca Marche Macerata e di trasferirsi al Belgorod, il club più titolato di Russia. Scelta che ha suscitato diverse perplessità, ma che lui stesso ha provato a spiegare sul suo blog nella giornata di domenica. Pubblichiamo integralmente la sua lettera e il suo sfogo (il corsivo e il grassetto sono nostri).

 

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Domenica, 19 Maggio 2013

Voglio condividere con voi la mia decisione. Una decisione importante.

Stamattina ho firmato il mio nuovo contratto. Un contratto che mi lega al Lokomotiv Belgorod, una squadra russa.

E’ stata una decisione non facile, lo ammetto, ma è una scelta che mi appaga e che mi stimola molto. E’ successo tutto abbastanza velocemente, forse in fondo nemmeno io me lo aspettavo ma dopo aver preso il mio (poco ma indispensabile) tempo per pensarci ho creduto che davanti a me si stava presentando un’occasione concreta che mi convinceva sotto molti punti di vista: pallavolistica prima di tutto, contrattuale e anche, andando un po’ oltre, a livello di esperienza di vita.

 

Belgorod è lontana dall’Italia, lontano da casa, lontano (ancor più lontano di prima) dalle persone a cui voglio bene. Me ne andrò li da solo a 26 anni (anzi saranno 27), e mi troverò in un ambiente completamente nuovo e per questi motivi sento di aver fatto una scelta coraggiosa.

La pallavolo per me è passione e più cresco più mi rendo conto che anche se non riesco a definirlo come un vero e proprio lavoro, la pallavolo per me, oltre che a darmi la possibilità di rendere reali i progetti che ho in mente e permettermi di inseguire i miei sogni, è soprattutto una continua esperienza umana.

E quest’esperienza sotto questo profilo potrebbe essere ricca e interessante quanto, non lo nascondo, difficile e in un certo senso incerta.

A proposito di esperienze umane, quello che mi mancherà ripensando a questi ultimi due anni saranno principalmente i miei compagni di squadra con cui, in modo particolare con alcuni, ho stretto un rapporto che è andato oltre al campo e nella vita di un pallavolista, che spesso lo porta a cambiare città e squadre, non è una cosa che accade facilmente. Sono persone che mi hanno dato tanto e penserò a loro con un sorriso malinconico perché la difficoltà di questa mia scelta, in questa occasione, è stata soprattutto nel ripensare alle emozioni che in questi due anni, insieme a loro, mi, anzi ci, hanno attraversato corpo e mente.

 

Inoltre credo che sia stato fortunato a vestire una maglia come quella della Lube, con cui ho vinto, ho perso, ho gioito e sofferto… ma comunque, che ho vissuto (come spesso mi capita dire) a bomba!!! Ho lavorato con molte persone che mi hanno rispettato, che mi hanno voluto bene e con il quale, insieme, siamo riusciti a costruire qualcosa di vero fuori e dentro al campo. E quando uso il verbo costruire mi riferisco, oltre che alle bellissime vittorie in campo, anche al sorprendente entusiasmo che si è creato attorno a noi. Credo che quest’ultima sia stata una vittoria profonda, infinitamente appagante e diversa da una vittoria sul campo, che inizialmente non ci aspettavamo ma che sempre più ci riempiva costantemente di energia. Pura energia.

Sarebbe stato bello continuare con questa Ital-Lube che ha conquistato tanti cuori (soprattutto, ve lo assicuro, di quelli che poi scendevano in campo per alimentare con i fatti il progetto che inizialmente si era creato)…ma … niente ma, questo è il presente e il passato è appunto passato. Anche se tutti questi cuori, compreso il mio, in questo senso, un po’ piangono.

Tuttavia, nella vita come nello sport credo che prima di tutto bisogni pensare a cosa sia più utile e costruttivo fare per se stessi e anche per questo motivo ho scelto seguendo questa nuova strada. Ci sono altri motivi, certo, ma sono un po’ più intimi e voglio tenermeli dentro e so che capirete anche questo”.

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