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Sciabola: Samele terzo a Chicago. Vince Szabo. Tre azzurri negli otto

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Il secondo podio stagionale di Gigi Samele, la sesta finale (su sette gare) per Diego Occhiuzzi, la seconda per Riccardo Nuccio. È l’Italia la nazione più rappresentata nei primi otto atleti della prova maschile di sciabola a Chicago. È mancata solo la vittoria per completare una giornata perfetta per i ragazzi, decisamente meno per le ragazze, impegnate nella stessa città ma con risultati molto meno esaltanti.

Samele, dunque, che torna a medaglia dopo l’esordio stagionale di Plovdiv. Ancora una volta terzo, sconfitto in semifinale dal campione olimpico Aron Szilagyi col punteggio di 15-12, dopo aver battuto un avversario temibile come il russo Kovalev nei 16 e aver fatto suo il derby italiano con Alberto Pellegrini nei 32. Nella gara vinta dal tedesco Szabo, Samele ha goduto dell’ottima compagnia di Diego Occhiuzzi e Riccardo Nuccio. Lo sciabolatore napoletano, argento a Londra, si è fermato ai quarti contro Wagner, mentre il 21enne mancino torinese è uscito contro Szabo, dopo aver eliminato il fortissimo coreano Gu nei 16. È la seconda volta che a Nuccio riesce il colpaccio contro un avversario che comincerà a vederlo come una bestia nera.
Due i tedeschi a podio: bronzo per Wagner e oro per Szabo. La conferma che la Germania della sciabola si è già garantita il suo futuro dopo Limbach.

Anche l’Italia però non se la passa male, perché dietro ai grandi campioni e in attesa del ritorno di un Aldo Montano che a Chicago ha appena assaggiato la pedana (due assalti a 5 nel girone poi il ritiro per motivi precauzionali) spuntano i più giovani. Nuccio e Berrè sembrano già maturi e lo stanno dimostrando, Curatoli, Affede e D’Armiento (quest’ultimo bronzo europeo e mondiale under 20, mentre la squadra è stata oro continentale e argento ai mondiali) hanno ancora tanta strada da fare, ma il talento e la forza di volontà non mancano.

Le note dolenti, se ci sono state, sono arrivate dalle ragazze. Irene Vecchi la migliore, fermata agli ottavi di finale dalla coreana Lee Rajin. La livornese era rimasta l’unica azzurra in un ramo di tabellone made in Seul. Se fosse riuscita ad accedere alla finale, avrebbe dovuto battere la Kim (numero 3 al mondo) per andare a medaglia. La stessa Kim che alla fine ha vinto la prova battendo in finale l’ucraina Komashchuk, mentre sul podio sono salite anche le russe Galiakbarova ed Egoryan. In una gara che pativa già in partenza le assenze di Vassiliki Vougiouka e Sofya Velikaya, stupiscono le assenze dal podio di Olga Kharlan e Mariel Zagunis, numero 1 e 2 del ranking mondiale fermate entrambe nei quarti da Galiakbarova ed Egoryan.

La Zagunis nei 16esimi aveva eliminato Loreta Gulotta col punteggio di 15-8, mentre Rossella Gregorio e Lucrezia Sinigaglia erano cadute nello stesso turno sotto le stoccate della Kim e della cinese Zhu. Fuori nelle 64 Livia Stagni (10-15 dall’americana Faizah Muhammad) e Ilaria Bianco (15-14 contro la Jarocki). Eliminata nelle qualificazioni la quarta componente della squadra azzurra, Martina Petraglia, ritorno amaro in pedana anche per Alessandra Lucchino. Fuori prima di poter accedere al tabellone delle 64 pure Martina Criscio, bronzo ai mondiali under 20 di Porec.

Oggi, sempre a Chicago, si disputano le prove a squadre. L’Italia, come sempre, va a caccia grossa e spera di riportare a casa prede pesanti.

Foto Augusto Bizzi

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