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Ciclismo

Giro d’Italia, i tapponi: presentazione della Silandro-Tre Cime di Lavaredo

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Non possono mancare le Dolomiti al Giro d’Italia: questa volta si affronteranno al penultimo giorno di corsa, con tanta fatica nelle gambe e nella testa. Silandro-Tre Cime di Lavaredo, 203 km, una tappa da spavento, molto probabilmente la più dura di questa edizione.

Si parte dalla Val Martello e si scende verso la conca di Bolzano; poco dopo il capoluogo, a Cardano, prima fatica di giornata verso il Passo Costalunga, seconda categoria. La pendenza non è elevata, il 5.5% medio, pur con uno strappo all’11%, non fa paura; sono però 26 km che inizieranno a far male ai corridori, soprattutto in vista di ciò che verrà poco dopo. Il tempo di scendere a Soraga e Moena, in Val di Fassa, e si riparte subito verso il Passo San Pellegrino, altra vetta storica, altra seconda categoria; 11 km al 6.8%, altra benzina che se ne va, su una salita fatta a “scalini” e per questo particolarmente fastidiosa, nonostante non tiri mai in maniera eccessiva. Chissà, qualche folle che vuole ribaltare la classifica potrebbe andarsene già qui, ad una novantina di chilometri dalle Tre Cime; ma sarebbe folle, appunto. O epico. Lunga picchiata verso Alleghe e Caprile, dove inizia il Passo Giau. Un’ascesa che ha pietà degli atleti solo nei primi 5 km, fin verso Selva di Cadore, attorno al 6%; poi, però, fa male. Fa molto male. Interminabili tratti sopra il 10%, uno strappo al 14%, lo scollinamento a quota 2236, 40 km dall’arrivo. Da Selva, i 10 km conclusivi di ascesa hanno una pendenza media del 9.1%.

Poi si scende nella meravigliosa Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti. E qui inizia l’ultimo girone infernale, particolarmente impegnativo e brucianti. Sono 21.7 km di salita, divisi in due tronconi; i primi otto verso il Passo Tre Croci, al 7.1%. Poi ci si riposa, un mix di discesa e pianura per circa 5 km. Si arriva a Misurina, 1757 metri di quota, e i forconi del diavolo pungono sempre più. 7200 metri verso le Tre Cime di Lavaredo, 8% di pendenza media, ma solo perché il primo chilometro è in lieve discesa; di fatto, la salita vera non scende mai sotto il 10%, con una rampa da urlo al 18%. Auguri, ragazzi: qui ci si giocherà il Giro d’Italia.

foto tratta da giroditalia.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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