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Ciclismo

Giro d’Italia, i tapponi: presentazione della Ponte di Legno-Val Martello

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Diciannovesima tappa, terzultimo giorno di gara al Giro d’Italia: basta guardare il profilo per spaventarsi. Si va veramente in alto, sulle salite della storia e del mito, lungo i 139 km della Ponte di Legno-Val Martello.

Dopo una manciata di chilometri attorno alla celebre località turistica nei pressi del Tonale, parte subito la salita verso il Passo del Gavia: qui i big non attaccheranno, ma le gambe inizieranno a farsi pesanti e qualche attaccante-magari qualcuno alla caccia della maglia di miglior scalatore-inizierà a scalpitare. 16.5 km verticali al 7.9%, che partono illudendo, con quel 3-4% del primo chilometro, prima di iniziare a salire sempre più: tornanti e gallerie, pendenze irregolari comunque mai sotto il 7&, a partire dal terzo chilometro, con uno strappo al 12.2%.

Il fiato manca a quota 2618 metri, quando ci si lancia in una discesa non proprio agevole verso la Valtellina, passando da Santa Caterina Valfurva e da Bormio; al quarantanovesimo chilometro di giornata, senza neanche un metro di pianura, parte il Passo dello Stelvio, la cima Coppi, il “mostro” sul quale sono state realizzate alcune delle più belle imprese della storia del ciclismo. 21.5 km al 7.1%: non finisce mai. Lo Stilfserjoch, com’è chiamato in tedesco,  concede pochissimi tratti di riposo, giusto un chilometro, tra il sedicesimo e il diciassettesimo, al 3%. Per il resto è un continuo 6, 7, 8, 9%, anche se non strappa mai, a differenza del Gavia, sopra il 10. 2758 metri di quota, tra due muraglioni di neve, e poi giù verso una nuova discesa, una nuova avventura.

Stavolta il “riposo” sarà più lungo: quasi una cinquantina di chilometri tra discesa (tanta) e pianura (pochissima) nel cuore dell’Alto Adige, tra Trafoi e Prato allo Stelvio, Lasa e Silandro. A Coldrano si sale ancora, per l’ultima volta, verso l’inedito, verso la Val Martello: altri 22 km col naso all’insù, in questa terra di biathlon, con qualche lieve tratto in contropendenza, ma anche strappi tosti, tostissimi, al 14%, oltretutto posti proprio nella parte terminale della salita. Chi ne ha, chi è sopravvissuto al Gavia e allo Stelvio, chi vuole vincere il Giro d’Italia qui deve andare. Il giorno dopo ci saranno le Tre Cime di Lavaredo, soprattutto si arriva da queste parti dopo ormai quasi tre settimane di corsa: ma la maglia rosa di Brescia passa senza appello da qui.

foto tratta da giroditalia.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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