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Ciclismo

Giro d’Italia 2013: colombiani in ascesa

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Colombia, terra di montagne. E di ciclisti. Scalatori, in particolar modo. Se già tra gli anni novanta e i primi anni duemila, con Santiago Botero, Hernan Buenahora, Félix Cárdenas e Chepe González, i corridori del paese andino erano tornati in auge, in quest’ultimo periodo sono davvero molti i talenti provenienti da questa zona; nella tappa odierna del Giro d’Italia 2013 ne abbiamo avuta una dimostrazione.

Primo Rigoberto Urán, secondo Carlos Betancur, nello stesso giorno in cui Javier Acevedo vince una frazione impegnativa al Giro di California; e poi ci sono Sergio Henao e Nairo Quintana (quest’ultimo non presente al Giro), tanto per citarne altri due con numeri da campione. Tutti giovani di età, come sono giovani quelli del team Colombia diretto da Claudio Corti, finora all’attacco senza esito; ma anche gente come Duarte e Atapuma ha grandi potenzialità.

I principali limiti dei colombiani, da sempre, sono due; anzitutto, le prove a cronometro, dove è quantomai necessario difendersi discretamente per vincere un grande giro; secondariamente, le discese, particolarmente ardue nella corsa rosa. Questa nuova generazione di atleti incarna ancora lo stereotipo del “grimpeur duro e puro”, pur con qualche eccezione; lo stesso Urán, ad esempio, ha uno spunto veloce non indifferente, e né lui né soprattutto Henao sono certo fermi a cronometro.

Dunque, colombiani in ascesa; se Betancur si dividerà ancora le speranze dell’Ag2r con Pozzovivo per vincere almeno una tappa alpina, Urán può sognare qualcosa in più. E’ ora terzo in classifica, a 2’04” da Nibali, un secondo meglio di Bradley Wiggins; alla luce dell’unica cronoscalata e delle tante montagne da affrontare, siamo sicuri che la Sky punterà ancora sul vincitore del Tour de France?

foto tratta da teamsky.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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