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Ciclismo

Giro d’Italia 2013: Cavendish regale. Viviani, la stoffa c’è

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La prima maglia rosa del Giro d’Italia 2013 non poteva che incoronare il sovrano assoluto delle volate: Mark Cavendish. In via Caracciolo è atterrato un missile, un bolide inarrestabile quando la velocità raggiunge soglie proibite per i comuni mortali.

Una volata dirompente quella del britannico. Regale, appunto. In piedi sui pedali, con una progressione dirompente ha scavalcato ogni avversario. E dire che Cannonball, approdato in questa stagione all’Omega Pharma Quick, è sprovvisto di un vero e proprio treno in grado di pilotarlo “in carrozza” fino al traguardo. Il fuoriclasse d’Oltremanica, alla vigilia della partenza, aveva garantito che l’azzurro Matteo Trentin avrebbe rappresentato una valida soluzione nel ruolo di ultimo uomo prima dello sprint decisivo. Tuttavia il 23enne trentino, discreto velocista, non può ricoprire una posizione di tale responsabilità, o almeno non in questo momento. Per tirare le volate al migliore in assoluto servono esperienza e malizia, non improvvisazione.

Nell’ultimo arrivo di tappa a Napoli nel 1996 vinse Mario Cipollini. Un parallelismo inevitabile: chi il più grande di sempre tra SuperMario e Cavendish? Al momento i numeri propendono nettamente per l’ex-ciclista italiano, anche se il tempo lascia presagire un possibile sorpasso nelle gerarchie di ogni epoca. A soli 28 anni Cavendish entra solo adesso nel periodo della completa maturità agonistica, nel pieno del vigore fisico e supportato da quella tranquillità d’animo che solo la condizione di padre può regalare. Quella dell’inglese, oramai, è diventata una sfida contro la storia.

Intanto un mezzo sorriso si registra anche in casa Italia. Un secondo posto, soprattutto in uno sport come il ciclismo, non può lasciare soddisfatti, eppure l’impressione è che per Elia Viviani quest’oggi fosse il massimo risultato possibile. Importante l’esplosività muscolare dell’italiano, micidiale nei primi metri dello sprint grazie anche all’esperienza maturata su pista. Il veronese è in grado di raggiungere punte di velocità importanti, ma, al momento, non riesce a mantenerle quanto basta per poter mettere la ruota davanti ad un Cavendish. E’ risaputo come i nostri atleti ci impieghino più tempo ad evolversi e completarsi rispetto agli stranieri. Ad Elia Viviani il talento non è mai mancato ed anche in questo caso il tempo (24 anni) sembra propizio per cullare importanti ambizioni. La stoffa c’è, la vittoria un traguardo da sudare.

federico.militello@olimpiazzurra.com

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