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Rugby

Sei Nazioni: l’Italia a Twickenham per ritrovare equilibrio

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La sfida più difficile al momento giusto. Può sembrare un paradosso, ma non lo è. La 4^ giornata del Sei Nazioni vedrà l’Italrugby solcare uno dei templi della palla ovale, Twickenham, per fronteggiare l’Inghilterra, la Nazionale più in forma dell’Emisfero Nord, seria candidata a completare il Grande Slam tra una settimana. Una delle squadre più in difficoltà sul piano dell’equilibrio contro la più solida e arcigna, poco spettacolare ma terribilmente efficace, nella quale tutto ha funzionato ottimamente finora.

L’equilibrio. Il perno sul quale ruota il Brunel-pensiero, la caratteristica che gli azzurri avrebbero dovuto assimilare in questo torneo per poter fare un deciso salto di qualità. Ma quando sembrava che l’Italia si fosse trasformata, dopo la vittoria contro la Francia, il grido di gioia, però, è rimasto strozzato, soffocato. Soffocato dalla grinta della Scozia e dalla caparbietà gallese, strozzato dalla fugace apparizione dell’equilibrio tanto agognato. Nessuno si aspettava un’involuzione del genere, nemmeno la Banda Brunel, che però a Londra avrà un’occasione d’oro per riscattarsi. Naturalmente pensare ad una vittoria sarebbe perfettamente inutile, oltre che dannoso, ma senza pressione e senza alcun obbligo di vittoria gli azzurri potrebbero riallungare la coperta, apparsa decisamente corta nelle ultime due sfide (soprattutto con il Galles) e, soprattutto, potrebbero riacquistare quella sana sconsideratezza e quella leggerezza che da novembre alla Francia avevano messo sulle spine chiunque.

Fondamentale sarà l’approccio, sbagliato con Scozia e Galles e risultato decisivo invece nella vittoria contro i cugini d’Oltralpe, al pari della tenuta in mischia, forse il vero flop del match contro i Dragoni e, al solito, vero arbitro della sfida.  Anche per questo, Brunel tenta la soluzione alternativa in prima linea, con Il Barone Lo Cicero in panchina a far spazio allo scalpitante Alberto De Marchi, molto positivo nelle uscite precedenti. Una formazione, quella annunciata dal ct Brunel, che guarda molto anche alla sfida finale contro l’Irlanda, sulla carta decisamente più abbordabile di quella che appare una vera e propria scalata all’Everest. A riposo, infatti, Minto e Favaro, imprescindibili per questa squadra, in favore di uno Joshua Furno sicuramente molto motivato in seconda e del ritrovato Robert Barbieri, che comporrà la terza linea insieme a Zanni e al reintegrato Sergio Parisse, sicuramente più capitano e più leader di Castro. Qualche esperimento fra gli avanti, affidabilità e certezze fra i trequarti. Al fianco di Gori ritorna Orquera, mentre la cerniera verrà completata dalla coppia Garcia-Canale, una scelta che privilegia più la fase difensiva che quella offensiva, per un’Italia sicuramente meno svagata dietro. Confermato il triangolo allargato, con McLean e Venditti alle ali e Masi estremo. Si accomoda in panchina anche Benvenuti che, insieme a Botes, sarà l’unico trequarti a disposizione di Brunel, a testimonianza di come la partita verterà molto sulla lotta in mischia e nelle fasi statiche del gioco.

Peraltro, i punti di forza dell’Inghilterra, come dimostrato soprattutto nella partita contro l’Irlanda, dove Farrell ha potuto approfittare dalla piazzola della superiorità inglese nelle collisioni. Una squadra non bella, ma concentrata per 80′ e con una rosa lunghissima. Lancaster, infatti, opta per un leggero turnover per la sfida di domenica, soprattutto in mediana. Non ci sarà proprio Owen Farrell, la stella più luminosa dei sudditi di Sua Maestà, rimpiazzato dal Tiger Toby Flood, oltre a Ben Youngs, sostituito da Danny Care. Giocatori che definire ‘seconde scelte’ sembra un delitto, ma tant’è. Spazio anche per Mako Vunipola in prima linea, per Tom Youngs al tallonaggio e per James Haskell in terza; cambi ragionati, in modo da far rifiatare i veri titolari in vista della più ostica trasferta gallese nell’ultima giornata. “Sicuramente un ostacolo più grande rispetto all’Italia”, avranno pensato gli inglesi, a cui è difficile dare torto ad essere onesti. Gli azzurri, però, devono necessariamente imboccare la via della redenzione, lungo la quale non sono previste imbarcate in quel di Twickenham; non sarà certo la Banda Brunel a frenare la corsa inglese verso il Grande Slam, ma agli azzurri si richiede soprattutto di tornare ad essere una squadra vera, compatta ed equilibrata e che non abbia paura di perdere male.

Foto: Getty Images

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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