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Atletica, Willie Banks e quell’indimenticabile 18.20

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11 marzo. Il giorno che toccò in sorte a Willie Banks quando aprì gli occhi sulla Terra nell’ormai lontano 1956. Uno dei personaggi più bizzari, fantasiosi e simpatici dell’atletica leggera di tutti i tempi. Passerà alla storia per un triplo che ancora oggi, tutti gli appassionati, hanno in mente.

16 giugno 1985. Indianapolis. Le leve di quell’uomo di colore adorato dagli Stati Uniti, si mettono in gioco durante i campionati americani. Ne uscirà una prestazione incredibile. Un 17.97 che ancora oggi fa paura. Ai tempi fu ovviamente record mondiale. Oggi l’americano è quarto performer di sempre, dietro solo ai sei balzi incredibili di Jonathan Edwards (primatista mondiale con 18.29), all’occasionale 18.09 di Kenny Harrison, e al volo del francesino Teddy Tamgho (17.98 nel 2010). Ma non è questo a lasciare a bocca aperta.

 

Willie è nella storia dell’atletica perchè è il primo uomo a essere volato oltre i 18 metri. Una barriera che si immaginava invalicabile. Sempre ad Indianapolis, ma nel 1988. La sabbia segnò un pazzesco 18.20 (cliccate qui per vederlo). Il territorio inesplorato aveva il suo conquistatore. Ma l’anemometro respinse l’attacco. 5.2 m/s di vento favorevole. Troppo, secondo la IAAF, per omologare l’impresa. Sarà allora Edwards a riuscirsi ufficialmente nel 1995. Ma quella pazzia di Banks rimarrà indelebilmente nella storia. Proprio lui che fu anche il primo atleta a chiedere gli applausi ritmati del pubblico prima e durante il salto, sfatando il mito della concentrazione a tutti i costi. E allora le urla di buon compleanno saranno sicuramente graditi a quel figlio di un militare che nacque nella base aerea di Travis cinquasette anni fa.

 

(ringraziamo la Fidal per averci ricordato la ricorrenza)

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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