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Sci Alpino

Verso i Mondiali: la storia delle medaglie azzurre

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20 ori, 21 argenti, 22 bronzi: è questo il bilancio azzurro di 41 edizioni dei Campionati mondiali di sci alpino, che fa dell‘Italia la sesta nazione col bilancio più positivo in un medagliere, comprensibilmente, guidato dall’Austria.

Una storia che inizia a Mürren, a pochi passi da Wengen, nel lontano 1931, quando elvetici e britannici fecero la parte del leone in quella prima avventura iridata; 6 edizioni disputate a casa nostra (Cortina 1932 e 1956; Val Gardena 1970; Bormio 1985 e 2005; Sestriere 1997, più quella di Cortina 1941 dichiarata non valida dalla FIS a causa della guerra). Ovviamente, tutti i più grandi atleti della storia hanno apposto il loro sigillo in questa competizione; in tempi più lontani, gli azzurri più prolifici furono Zeno Colò, leggendario discesista dell’Abetone (3 ori, di cui uno valido anche per le Olimpiadi, e un argento, nonostante la carriera condizionata dalla guerra) e Gustav Thoeni (5 ori e 2 argenti). Tuttavia, il periodo d’oro per la nostra spedizione fu quello degli anni novanta; Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Kristian Ghedina e Isolde Kostner portarono, in totale, qualcosa come 13 medaglie, senza dimenticarsi degli argenti, conquistati in quegli stessi anni da Peter Runggaldier e Lara Magoni. L’edizione di Sestriere 1997 fu la più ricca (6 medaglie totali), eguagliata dalla strepitosa Garmisch-Partenkirchen di due anni fa: come dimenticare i tre podi di Christof Innerhofer, quelli di Peter Fill, Manfred Moelgg e Federica Brignone?

Infine, facciamo un salto al 1982, unico anno nel quale fu Schladming ad ospitare i Mondiali, esattamente come accadrà tra pochi giorni: una sola medaglia azzurra, il bronzo della livignasca Daniela Zini, in un’edizione dove anche Paolo De Chiesa, il compianto Bruno Noeckler e Ninna Quario sfiorarono il podio.

foto tratta da livigno24.com

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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