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Skeleton italiano, uno sport in forte crescita

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Negli ultimi anni lo skeleton aveva rappresentato la pecora nera degli sport invernali in Italia. Il livello appariva poco gratificante, con i nostri atleti che neppure riuscivano a qualificarsi per la seconda manche (dunque tra i primi 20).

Certo, nel 2006 Costanza Zanoletti aveva conquistato un prestigioso quinto posto alle Olimpiadi di Torino 2006, ma si trattò di un avvenimento estemporaneo.

In questa stagione, invece, abbiamo assistito ad un deciso salto di qualità. A due gare dal termine della Coppa del Mondo, troviamo l’azzurro Maurizio Oioli al 14mo posto della classifica generale, peraltro non solo con ottime possibilità di rimanere tra i top15, ma anche di puntare alla 12ma piazza finale: da quando lo skeleton è tornato ad essere disciplina olimpica (Salt Lake City 2002), risultati di questo genere non si erano mai visti nel Bel Paese. Il 31enne di Domodossola, dopo l’exploit di inizio stagione a Lake Placid, quando colse una nona posizione che rappresenta il suo miglior piazzamento in carriera, si è installato tra i primi 15 in altre tre circostanze, dimostrando di valere ormai ampiamente questo rendimento. Tali prestazioni sono il frutto di un maniacale lavoro di preparazione svolto in estate con i tecnici Omar Sacco e Dany Locati, entrambi ex-nazionali azzurri di skeleton, nonché di una ricerca sui materiali che ha fornito frutti interessanti.

Meno bene, invece, è andata a Giovanni Mulassano, il quale, dopo aver agguantato la prima qualificazione in carriera a Lake Placid, non è più riuscito a classificarsi tra i primi 20: anche per il piemontese, in ogni caso, esistono ancora importanti margini di miglioramento.

I segnali più incoraggianti, inoltre, giungono dalle nuove leve. Ad ottobre il presidente federale Flavio Roda ci aveva confessato che il progetto FuturFisi aveva aumentato in poco tempo i praticanti dello skeleton da 10 a 50.
In realtà già da qualche stagione si era cominciato a coltivare l’orticello. In Coppa Europa, ad esempio, si sta facendo strada Giulia Carpin, nona nella generale e reduce da due settimi posti a Igls. I risultati di questa 23enne di belle speranze, sempre più vicina alle prime anche in termini di distacchi cronometrici, consentiranno all’Italia di tornare a schierare una propria atleta in Coppa del Mondo dalla prossima annata.

Ai Mondiali juniores di Igls, inoltre, si è messo in luce il 19enne Mattia Gaspari, capace di conquistare un 12mo posto che sino a qualche anno fa sarebbe stato un miraggio per la nostra nazionale. Lo stesso Gaspari ha colto sempre a Igls una straordinario sesto posto in Coppa Europa: il giovane ampezzano, insieme a Giulia Carpin, sembra realmente dotato delle qualità necessarie per portare l’Italia ai massimi livelli nel lungo periodo. Ancora in Coppa Europa si segnala il nono posto nella generale per Marco Zoccolan, classe 1986, il quale vanta un quinto ed un ottavo posto quest’anno come best ranking.

Nel vivaio tricolore segnaliamo anche Mattia Menardi, Ferdinando Mulassano, Stefano ed Erik De Lorenzo, Leonardo Loddo e Guendalina Bergonzoni. Insomma, notiamo un certo fermento nello skeleton italiano. Ricordiamo che l’Italia vanta in questa disciplina un oro olimpico nel 1948 con il mitico Nino Bibbia. Forse siamo ancora distanti da quei fasti, tuttavia si è intrapreso un percorso razionale che ha puntato al reclutamento dalla base e sui giovani. I risultati, nel complesso, parlano da soli. Lo skeleton, in definitiva, costituisce una delle sorprese più gradite per l’Italia in questa stagione invernale.

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

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