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Sci Alpino

Paris epico, la Streif è azzurra!

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Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Emozioni, ancora una volta, tinte d’azzurro. Le discese di questa Coppa del Mondo regalano gioie in serie ai nostri ragazzi e a noi appassionati. L’Italjet sta riscrivendo la propria storia e la storia dello sci: oggi, come a Bormio, è toccato a Dominik Paris entrare nuovamente nella gloria, nell’epica, nella leggenda. Dominik Paris è il re di Kitzbühel, Dominik Paris ha vinto su una Streif lucida, col fondo duro e un bel sole ad illuminarla, cornice perfetta per un’impresa col profumo del mito.

Paris non è perfetto sulla Mausefalle; tuttavia, una volta passato quel primo, spettacolare salto, non sbaglia più nulla. La Steilhang, il Brückenschuss, l’Hausbergkante, lo Zielschuss: passaggi difficilissimi, passaggi domati con gli sci attaccati al terreno, domando le ondulazioni, incanalando la propria tecnica in curvoni pennellati, sfogando la naturale fisicità sugli schuss per portar fuori una velocità inavvicinabile. Pazzesco, meraviglioso, eccezionale, scegliete voi l’aggettivo più congeniale a descrivere l’impresa di questo possente ragazzo della Val d’Ultimo in forza al Gruppo Sportivo Forestale, autore di un’evoluzione incredibile: da grande scivolatore, fenomeno degli schuss e della velocità grazie alle sue doti fisiche, Paris è diventato, grazie al lavoro suo e degli straordinari tecnici della nazionale, un discesista a tutto tondo, un discesista formidabile, un discesista capace di vincere in ogni condizione.

Il cronometro si ferma sull’1:57.56: non c’è molto tempo per gioire, le successive discese di Erik Guay e Hannes Reichelt sono pericolose, addirittura migliori di quella del nostro campione in alcuni passaggi, ma si spengono inesorabilmente sul finale, dove Dominik ha sfogato il suo impeto, il suo quintale di peso, la sua forza della natura. Il canadese è secondo a 13/100, l’austriaco terzo a 36; giù dal podio l’ottimo David Poisson e il ritrovato Max Franz (squalificato lo sloveno Sporn, inizialmente quarto).

Tra gli altri azzurri, non male Werner Heel, undicesimo a una manciata di centesimi dalla decima piazza di un deludente Svindal;  subito dietro, in un’ottima dodicesima posizione, il brillantissimo Siegmar Klotz.  Ventesimo Christof Innerhofer, partito dopo il numero 45;  ventitreesimo Matteo Marsaglia, grande spavento per Peter Fill: ottimo il suo passaggio sulla Mausefalle, ma all’inizio della stradina il carabiniere di Castelrotto finisce nelle reti in un incidente davvero pauroso, fortunatamente senza conseguenze. Un sospiro di sollievo per lui, un urlo di gioia, l’ennesimo (e non certo l’ultimo), per tutta la squadra azzurra.

foto tratta da sportnews.bz

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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