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Sci Alpino

Sci alpino: azzurre, così non va

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Che fatica. Che fatica questo avvio di 2012-2013 per la nazionale italiana femminile di sci alpino. E’ inutile girarci intorno: le prestazioni offerte dalle nostre ragazze, nel complesso, sono state piuttosto deludenti, sino ad ora.

Gli infortuni hanno fatto la loro parte: Federica Brignone si è fermata per farsi togliere la fastidiosissima ciste alla caviglia, che l’aveva pesantemente condizionata nelle prime uscite; Hanna Schnarf non ha nemmeno iniziato la stagione, mentre Sabrina Fanchini l’ha già terminata; Giulia Gianesini soffre ancora per i postumi del trauma cranico rimediato in Argentina, mentre Manuela Moelgg e, in parte, anche la pur brava Irene Curtoni si portano avanti i rispettivi, cronici problemi di schiena. Per i casi singoli, le difficoltà fisiche rappresentano senza ombra di dubbio una valida attenuante; ma è nel complesso che le ragazze di Raimund Plancker sono sembrate davvero sottotono. In pochi si sarebbero aspettati di giungere a questo punto della stagione con zero podi e due quinti posti come migliori performance. Cerchiamo ora di analizzare le singole discipline nel dettaglio.

Lo slalom, si sa, rappresenta la croce delle azzurre da parecchie stagioni: per questo motivo, il buon risultato di ieri sera, con Irene Curtoni ad un passo dalla top ten e Chiara Costazza che conferma i segnali di risalita già lanciati a Levi, è un lampo d’azzurro in un cielo piuttosto fosco. In Coppa Europa, cresce bene Michela Azzola e fa il suo Sarah Pardeller, ventiquattrenne che potrebbe presto avere un’altra chance nel massimo circuito; a loro il compito di rimpinguare un contingente quantitativamente esiguo, oltre che di livello non eccelso.  Il gigante paga pesantemente le difficoltà di Federica Brignone e la “carta di identità” di Denise Karbon, che pure, tecnicamente, è sempre sopraffina; se poi ci aggiungiamo le già citate Moelgg, S.Fanchini e Gianesini con i rispettivi problemi e una Lisa Agerer davvero irriconoscibile, legnosa nei movimenti come se fosse bloccata, la frittata è fatta. Le note positive, qui, vengono dalle sorelle Curtoni, con Irene a ridosso delle migliori ed Elena sempre più regolare anche in questa disciplina; ma vengono anche da una Sofia Goggia la cui stella brilla sempre più in Coppa Europa, e che avrà presto altre opportunità in Coppa del Mondo, non solo tra le porte larghe viste le sue grandi doti in velocità. A cavallo tra gigante e prove veloci si colloca Nadia Fanchini: non è facile l’ennesimo rientro, non è facile l’eterna risalita a cui questa ragazza sembra quasi condannata; ma il temperamento è forte e le doti tecniche sono fantastiche, per cui siamo convinti che la camuna, nel 2013, tornerà a splendere come merita. Superg e discesa, al netto della già citata Elena Curtoni che pure dovrebbe-e vorrebbe-limare qualcosa sul piano della scorrevolezza, hanno fatto vedere una Merighetti troppo incline all’errore, capace di così di vanificare prestazioni che sarebbero potuto essere molto buone; Elena Fanchini è invece apparsa in difficoltà, soprattutto su quei tratti di scorrimento puro che in passato la premiavano costantemente. Verena Stuffer è regolarmente piazzata attorno alla ventesima posizione, al pari della più giovane Francesca Marsaglia: in generale, quindi, la squadra delle veloci fatica a trovare degli exploit.

Perché forse è proprio questo che servirebbe: un exploit, un risultato inaspettato che faccia da volano per tutta la nazionale. Le ragazze sono molto legate tra loro, dunque una buona prestazione di una potrebbe avere effetti benefici su tutte, sbloccando quel qualcosa sul piano psicologico che è sembrato mancare in più di un’occasione. La stagione è ancora lunga, a febbraio ci saranno i Mondiali: nulla è perduto, per ora.

foto tratta da sport.sky.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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