PrecisioneTiro a segno
Rivoluzione nel tiro a segno, ma le nuove regole non piacciono a nessuno
Rivoluzione copernicana per tiro a segno e tiro a volo. La Federazione Internazionale ha stabilito l’entrata in vigore a partire dal 2013 di nuove regole che non solo cambieranno per sempre le due discipline, ma rimescoleranno immediatamente i valori in campo delineatisi nel corso degli anni. Per andare subito al sodo, sarà tutto da dimostrare che Niccolò Campriani e Jessica Rossi saranno ancora i leader delle rispettive specialità, in quanto le gare diverranno sempre più simili a delle lotterie.
Per quanto riguarda il tiro a segno, è stato previsto il cosiddetto “star at zero rule”: in finale non conterà più nulla il punteggio delle qualificazioni, ma si ripartirà da zero. Ma c’è di più (e forse questa è la trovata più assurda): l’atto conclusivo sarà ad eliminazione, ovvero dopo ogni colpo l’ultimo classificato verrà estromesso dalla competizione, finché ne rimarranno solo due. Per ipotesi: Campriani si qualifica con 600 punti, ma poi arriva ottavo per aver realizzato un 9.2 nel tiro iniziale di finale. Il bello dello sport è che quasi sempre a vincere è il migliore. In questo modo, invece, assisteremmo ad una vera e propria fiera degli out-siders: è quello che vuole il pubblico?
Cambiamenti radicali anche nel tiro a volo. Si qualificheranno in finale 8 atleti (contro gli attuali 6), che poi daranno vita ad un tabellone ad eliminazione diretta, con ogni sfida che si disputerà su quattro manches da 15 tiri.
Insomma, la Federazione ha pensato di rendere più incerte le competizioni, con il rischio, però, che tiro a segno e tiro a volo non avranno mai più delle gerarchie consolidate.
Diversi atleti sono pronti a scioperare nelle prossime gare di Coppa del Mondo contro queste assurde decisioni. Si cercherà di giungere ad un compromesso.
Inutile dire, infine, che da questa rivoluzione l’Italia, nazione leader del tiro a volo e preceduta solo da Cina e Corea del Sud nel tiro a segno, ne uscirà decisamente danneggiata.
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