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Formula 1

F1, GP Austria 2016: Ferrari poco convincente e troppi errori stratetigici

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Il nono appuntamento del Mondiale di F1 è andato in archivio e, tracciando un bilancio in casa Ferrari, non si può che essere critici sull’andamento della stagione e dell’ultima gara in Austria. Sul Red Bull Ring la Rossa ha portato a casa un podio, frutto più della lotta intestina tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg che per meriti propri, ed il ritiro di Sebastian Vettel per l’esplosione della gomma. Il terzo posto di Kimi Raikkonen, dietro all’eccezionale Max Verstappen, ha il sapore del “brodino” ma non può certo nascondere le ormai ataviche problematiche del Cavallino Rampante: gomme che non vanno in temperatura e lettura tattica del box poco comprensibile.

Ebbene si, al di là dell’episodio dello scoppio dello pneumatico di Vettel che ha estromesso dalla corsa austriaca il tedesco, non si comprende la strategia della Ferrari, poco attenta all’agire degli avversari, cercando di andare lunghi con una mescola assai meno performante, visto il degrado, rispetto a chi era entrato con doveroso anticipo ai box. Ne è stato vittima proprio Raikkonen che, in seconda posizione prima del sosta n.1, è scalato in quinta piazza, alle spalle non solo delle frecce d’argento ma anche delle Red Bull. Interpretazione che pertanto desta perplessità non avendo consentito a Kimi di esprimere il meglio della macchina. Siamo quindi ai soliti se e ma che vanno avanti dall’Australia con la Ferrari e i suoi due piloti sempre più distanziati dalla lotta per l’iride nonostante Nico e Lewis siano in vena di regali.

Non convincono neanche le dichiarazioni di Maurizio Arrivabene, a fine gara, secondo le quali la malasorte sia una costante stagionale. Gli errori strategici ed il problema di affidabilità sulla vettura di Vettel, con penalizzazione di cinque posizioni nel weekend appena trascorso, non può essere imputato esclusivamente al fato ma a proprie responsabilità. Gli obiettivi di quest’annata erano assai ambiziosi e, gara dopo gara, si stanno sciogliendo come un gelato al caldo torrido di questi giorni. Serve un’analisi attenta per non ripetere gli stessi errori, anche se questa considerazione è, essa stessa, ridondante, dopo una prestazione al di sotto delle attese.

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