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Ciclismo

Giro d’Italia 2016, 19ma tappa: Pinerolo-Risoul. Sul Colle dell’Agnello la Cima Coppi

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Il Giro d’Italia 2016 torna in quota con la sua 19esima tappa, 162 chilometri da Pinerolo a Risoul, la penultima vera occasione per provare a ribaltare una classifica che sembra saldamente nelle mani di Steven Kruijswijk.

Partenza mossa ma senza particolari difficoltà, poi un lunghissimo falsopiano. I primi 75 chilometri hanno una pendenza appena accennata che però tende sempre a salire, sempre con maggiore decisione. A 85 dal traguardo inizierà ufficialmente il Colle dell’Agnello, che con i suoi 2744 metri sarà la Cima Coppi del Giro. 21 chilometri e una pendenza media del 6,8%, ma è vietato farsi ingannare da questi dati. La prima parte non è difficile ma gli ultimi 8 chilometri sono un inferno. Pendenza quasi sempre il 10%, punte al 15 senza la minima possibilità di respirare. Primo snodo cruciale per capire come reagirà Kruijswijk in caso di attacco. Una volta in cima, tra due autentici muri di neve, i corridori punteranno verso la Francia e la cittadina di Risoul, dove comincerà la salita finale.

Tanti i chilometri di discesa, ben 45, a precedere i 13 conclusivi di salita. Un’ascesa tipicamente francese, con pendenze mai esagerate e che si mantengono tra il 6 e il 7% nella prima fase. A 4 dal traguardo cambia ancora tutto, media che si impenna oltre l’8% con punte al 10%. Regolare ma infida, chi ha una crisi può pagare terreno importante in questa fase.

Nella lotta tra i big il favorito sembra essere Kruijswijk, il più forte fino ad ora nonostante una squadra ballerina e il solo Battaglin a dargli manforte in salita. Esteban Chaves potrebbe gradire l’alta quota, mentre Alejandro Valverde potrebbe soffrire proprio per questo motivo anche se l’arrivo sarà a soli 1862 metri sul livello del mare. Indecifrabile Nibali, ma se dovesse trovare e giuste sensazioni potrebbe andare all’attacco del podio e di una vittoria di tappa, stesso obiettivo del russo Ilnur Zakarin, decisamente a suo agio nelle ultime tappe. Tappa importante per Rafal Majka che su questo stesso arrivo vinse durante il Tour de France 2014, quello che ci ricorda alla mente un Nibali dominante in salita (quel giorno fu secondo).

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