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Calcio

Svezia-Portogallo 1-1: una farsa vergognosa. Un ‘biscotto’ emblema di un sistema malato

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Una farsa patetica e vergognosa. L’appellativo perfetto per definire un ignobile spettacolo andato in scena tra Svezia e Portogallo. Pareggio doveva essere e pareggio è stato. Tutto scontato, un film già visto tante volte e conosciuto a memoria. L’ennesima riprova di una Uefa che si batte per un fair-play che non esiste e non esisterà mai. Un regolamento iniquo, che non premia il bel gioco e i gol, ma i sotterfugi di chi non vuole farsi male per centrare a braccetto l’obiettivo. Per non parlare, infine, dell’assurdità di un sistema di qualificazione olimpica basato su una competizione Under21, con appena 4 posti in palio per l’Europa e nazioni come Italia, Spagna, Francia ed Olanda che guarderanno Rio da casa. In Brasile ci saranno invece Svezia e Danimarca, emblema di un calcio che ai Giochi Olimpici conta meno di zero. Nell’evento sportivo planetario più importante in assoluto, dove ovunque è presente il meglio del meglio, stona la presenza di una disciplina senza i suoi veri campioni e partecipanti di seconda e terza fascia che non rispettano i reali valori internazionali. Se, come appare evidente, ai vertici dirigenziali del calcio alle Olimpiadi non interessa nulla, sarebbe più opportuno eliminarlo dal programma a cinque cerchi in favore di sport che davvero farebbero carte false per una vetrina di questo tipo.

Tornando al ‘biscotto’, il match tra Svezia e Portogallo ha dato sin da subito la sensazione di proiettarsi verso un unico sbocco naturale: il pareggio. La farsa è iniziata in maniera evidente dal 27′ del primo tempo, quando entrambe le squadre hanno ricevuto la notizia del doppio vantaggio dell’Italia con l’Inghilterra. A quel punto sia lusitani sia svedesi, non facendosi del male, avrebbero raggiunto l’obiettivo comune: semifinale ed Olimpiadi di Rio. Sia chiaro: nessuna combine o accordo premeditato, ma un naturalissimo ed umano tacito accordo. “Meglio due feriti che un morto“, come disse qualche anno fa Gigi Buffon.

Ripetitivo e irritante il secondo tempo: lenti ed eterni fraseggi portoghesi fino al limite dell’area avversaria, prima di effettuare dei retropassaggi senza graffiare. Eppure tutto sembra incredibilmente cambiare all’82’, quando Paciencia realizza il vantaggio portoghese con un grande destro dal limite. Un gol realizzato per errore o con l’intenzione di vincere? Non lo sapremo mai…Fatto sta che, 5 minuti dopo, la Svezia piazzava il pareggio con Tibbling, infilando una fin troppo allegra difesa portoghese, sin lì imbattuta in tutto il torneo.

Si tratta solo di pensieri e supposizioni, ma la sensazione, davvero spiacevole, è che anche i gol abbiano fatto parte di una squallida trama. Quasi un giustificativo per poter dire: “Avete visto? Non abbiamo fatto il biscotto. Abbiamo segnato e ci siamo dati battaglia“. Certo, ed è finita comunque 1-1. Come doveva finire…

Siamo tutti d’accordo che l’Italia (con Di Biagio in primis, per il quale auspichiamo le dimissioni per aver fallito l’obiettivo olimpico con una rosa superiore ad almeno 6 delle squadre presenti in Repubblica Ceca) sia la principale responsabile di un’eliminazione che fa malissimo al movimento. Tuttavia resta da capire come mai la Uefa non intervenga per modificare un regolamento iniquo, obsoleto ed ideale per ‘accomodare’ le partite. Per mantenere davvero in bilico la qualificazione di tutte le nazionali sino all’ultimo minuto, è necessario che il primo criterio da applicare a parità di punti sia quello della differenza reti. Solo in seguito, in caso di ulteriore parità, andrebbe preso in considerazione l’esito dello scontro diretto. In pratica il contrario di quanto accade oggi. In questo modo davvero le squadre si spremerebbero fino in fondo per cercare di fare più gol possibili. Di sicuro ne beneficerebbero lo spettacolo e la lealtà di un calcio sempre meno credibile. Difficilmente, tuttavia, il regolamento verrà modificato. Questa notte i calciatori di Svezia e Portogallo staranno festeggiando il conseguimento di un grande risultato. Gli auguriamo di riuscire a dormire sereni, magari sognando una maglietta della Uefa con la scritta “fair play”…

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federico.militello@oasport.it

Foto: Twitter

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