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Sci alpino, Discesa Val Gardena 2018: la mitica Saslong ai raggi X. Fondamentali le gobbe del cammello

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La Coppa del Mondo di sci alpino si appresta ad affrontare il lungo fine settimana dolomitico tra Val Gardena e Val Badia. Si incomincerà con le due prove veloci di venerdì (un supergigante) e sabato (una discesa libera) sulla mitica Saslong una delle piste più belle ed affascinanti dell’intero panorama del Circo Bianco. 

Questa pista, realizzata nel 1968, scende dai piedi del Sassolungo in Val Gardena del comprensorio sciistico del Dolomiti Superski. Il tracciato incomincia dalla località Ciampinoi e scende fino al paese di Santa Cristina Valgardena. La partenza è fissata a quota 2249 metri, mentre l’arrivo è posizionato a 1410, per un dislivello complessivo di ben 839. La sua lunghezza parla di 3,446 chilometri ma, i dati più impressionanti, riguardano la pendenza. A livello medio di parla del 24%, mentre il picco massimo sfiora il 57%.

L’avvio della Saslong è subito mozzafiato, con le prime curve che anticipano un settore al 50% e il salto dello Spinel. In questo punto si tocca la pendenza massima che porta alla prima compressione ai primi due salti: il Saut dl Moro e il Looping (limato con il passare degli anni per evitare diverse cadute rovinose che si erano manifestate). Dopo questo primo settore si entra in un lungo tratto di scorrimento di quasi mezzo chilometro, nel quale gli atleti si ritrovano in una sorta di falsopiano. Se si commette un errore prima dell’ingresso, quindi, si rischia di perdere tantissimo tempo.

Chiuso questo lungo tratto si arriva ad un altro salto, il Sochers che precede una combinazione sinistra-destra e di nuovo sinistra che porta gli sciatori ai Muri di Sochers un altro settore che sfiora il 56% di pendenza. Da questo momento inizia un’altra parte di scorrimento puro (dove si raggiungono le velocità maggiori di tutta la pista) che fa da antipasto alle famose Gobbe di Cammello – Kamelbuckel. Spesso questa serie di tre dossi (da qui il termine Gobbe) risulta decisiva, sia perchè si possono effettuare salti decisamente lunghi, sia perchè se viene commesso un errore, può pregiudicare l’andamento nell’ultimo tratto.

Terminate le Gobbe si arriva al settore finale, quello più tecnico, con la complicata Curva del Lago che sancisce l’ingresso nei Prati del Ciaslat – Ciaslat Wiese dove non si può commettere il minimo errore. Si tratta di 4 curve in successione su un terreno particolarmente ondulato e selettivo che non ammette la minima sbavatura. In caso di perdita di linea e velocità, infatti, si rischia di lasciare sulla neve decimi preziosi, dato che rimane solamente l’ultimo settore, dopo il Salto di Nucia, un lungo schuss finale che fa piombare gli atleti sul traguardo.

La discesa libera della Val Gardena ha il giusto mix di tecnica, velocità e, non ultimo, di punti spettacolari. Non ci rimarrà che gustarci il supergigante e la discesa in programma, per due giornate di grande spettacolo che ci regala la Coppa del Mondo di sci alpino 2018/19.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Beat Feuz Mitch Gunn / Shutterstock.com

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