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Nuoto, Mondiali Budapest 2022, quarta giornata. Paltrinieri e Martinenghi a caccia di nuove medaglie

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Allora erano ancora i Gemelli Diversi di Ostia, oggi non lo sono più. Le strade si sono divise e anche le strade che portano al podio iridato, che allora condivisero con Detti sul gradino più e Paltrinieri su quello più basso, si sono complicate e sono diventate più tortuose. Dal 2017 le cose sono cambiate ma loro due sono ancora lì, nella vasca della Duna Arena a giocarsi un podio mondiale: Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti hanno segnato un’epoca del mezzofondo non solo italiano, ma mondiale. Il lotto degli avversari è quotatissimo e servirà una prova di grandissimo spessore per riuscire a strappare una medaglia: Romanchuk, Wellbrock, Finke, il meglio del meglio. Paltrinieri è piaciuto in batteria, Detti un po’ meno ma qualche jolly in mano potrebbe ancora averlo con un tipo di gara completamente diverso dalle batterie di ieri.

Potrebbe essere il giorno del bis di Nicolò Martinenghi: da podio assolutamente plausibile, d’oro difficile ma tutt’altro che impossibile. Si disputa la finale dei 50 rana, nei quali spesso il varesino, già campione del mondo dei 50, riesce a dare il meglio di sé. La battaglia si preannuncia ancora con Fink anche se Andrew, specialista delle distanze brevi, può inserirsi nella battaglia per il podio.

In finale anche Alberto Razzetti nei 200 farfalla che hanno, sulla carta, un padrone incontrastato, l’ungherese Kristof Milak che sembra ancora una volta inattaccabile sulla distanza che predilige. I pretendenti al podio sono tanti e fra questi ci potrebbe essere anche il miglior Razzetti che ieri non è dispiaciuto nei turni preliminari. Da vedere se la condizione è quella giusta per poter dare l’assalto al podio iridato, che vede tra i pretendenti più accreditati il giapponese Honda, lo statunitense Julian e lo svizzero Ponti.

L’Italia si potrebbe inserire nella lotta per le medaglie anche in una 4×100 mista in cui serve trovare la seconda donna competitiva. Martinenghi a rana, Ceccon a dorso e Di Liddo a farfalla potrebbero essere i tre papabili ma l’Italia non ha più Pellegrini a stile libero e rischia di farsi risucchiare nel finale, quindi starà al ct Butini trovare una soluzione plausibile per avvicinare gli azzurri al podio. Detto che, contro Australia, Usa e Gran Bretagna, è molto complicato combattere in questa specialità ma attenzione anche a Cina, Giappone e Olanda. Si disputa anche la finale dei 200 stile libero donne: si decide colei che prenderà il posto di Federica Pellegrini che è campionessa del mondo dal 2017. Assenti Ledecky, Haughey e Titmus, tutto può accadere.

Nei 50 dorso Silvia Scalia ha le carte in regola per provare a dare l’assalto alla sua prima finale mondiale, sicuramente non avrà problemi a superare il primo turno e a ripresentarsi in gara in semifinale al pomeriggio. Inizia l’avventura nei 100 stile libero di Alessandro Miressi, apparso non al meglio della condizione al lancio della staffetta veloce a stile libero, e di Lorenzo Zazzeri, in grande spolvero, invece, nella frazione lanciata. Alberto Razzetti proverà a qualificarsi per la finale dei 200 misti ma la finale del 200 farfalla potrebbe creargli non pochi problemi, mentre non ci saranno azzurre al via delle batterie dei 200 farfalla.

Foto Lapresse