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MotoGP, GP Giappone 2019: Valentino Rossi, è un tunnel senza fine. Gara anonima, poi la caduta: prosegue una stagione da incubo

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Zero punti a Motegi e zero soddisfazioni. Un Giappone da dimenticare, un Giappone da cestinare per Valentino Rossi quello che si è prefigurato nel weekend mondiale della MotoGP. Il “Dottore” dà seguito alla crisi e la cura contro i propri mali è lontana dall’essere trovata.

No, non ci siamo Valentino e questo fine settimana è forse il punto più basso. Sì perché, pur nelle lodevoli intenzioni di cambiare qualcosa (frenata a due dita e i ritorni ai datati scarico e forcellone), nulla è cambiato. Il decimo posto in griglia di partenza e l’epilogo nel sabbione nipponico non erano gli obiettivi prefissati. Un periodo di digiuno che da eccezione sta assumendo sempre più i contorni di abitudine: due anni e più senza vittorie e circa 6 mesi senza podio.

La settima posizione in graduatoria, a una “vita” dal campione del mondo Marc Marquez (-205 punti), è la cartina di tornasole di una stagione in cui poco o nulla ha funzionato. Dopo un buon inizio, Rossi e il proprio team si sono persi e l’uscita di scena del capotecnico Silvano Galbusera è solo la punta dell’iceberg di una situazione in cui gli aspetti critici sono diversi. La M1 tra le mani del campione di Tavullia non va e la sua velocità non è a livello dei compagni di marca, anche oggi in lizza per le posizioni nobili, pur alle spalle dell’asso nativo di Cervera.

Qualcuno potrebbe dire: “Sipario”. Valentino, però, ad attaccare il casco al chiodo proprio non vuol pensarci, il suo contratto scadrà nel 2020 e solo l’anno venturo deciderà se varrà la pena continuare. Tra i suoi tantissimi supporter c’è chi pensa che dovrebbe perseverare con determinazione e chi invece dovrebbe lasciare perché ormai il meglio che poteva appartiene al passato. Vero è che la decisione spetta solo al diretto interessato, anche se i riscontri di questo 2019 qualcosa stanno ad indicare.

 

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Foto: LaPresse

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