Scacchi
Scacchi: ai Mondiali blitz Caruana nel terzetto dei leader. Carlsen rincorre, azzurri a metà
Il solito angolo di pazzia: così si potrebbe definire il primo giorno dei Mondiali blitz (con cadenza di gioco a 3’+2″) che si svolgono a Doha, in Qatar. 13 turni giocati nella sezione Open, 10 tra le donne, sui rispettivamente 19 e 15 complessivi prima dell’approdo alle semifinali riservate ai migliori quattro. In esse e nella finale ci si sfiderà a colpi di minimatch da 4 partite. E l’evoluzione della giornata non potrebbe essere più ricca di avvenimenti da raccontare.
In campo Open, innanzitutto, la vetta a 10/13 ce l’hanno in tre: l’indiano Arjun Erigaisi, il francese Maxime Vachier-Lagrave e un Fabiano Caruana forse mai così arrembante sulla corta cadenza, come vedremo parlando più precisamente dell’italoamericano di Miami. Per tutti loro mezzo punto di vantaggio su, in questo ordine, il russo Daniil Dubov, i cinesi Lu Shanglei e Yu Yangyi, il georgiano Baadur Jobava, l’americano Wesley So e l’altro russo Alexander Grischuk. A 9/13, invece, il gruppone che include anche un Magnus Carlsen nervosissimo, che perde due partite e che dovrà sgomitare accanto ad Abdusattorov, Praggnanandhaa, Nepomniachtchi e tanti, tanti altri per arraffare la top4.
Fondamentalmente, una prima svolta si ha quando Carlsen perde per il tempo contro Erigaisi. Scena: finale concitato, ma patto, pochi secondi per ciascuno sull’orologio, alla 45a mossa al norvegese vola via (letteralmente) la Donna dalla scacchiera, prova a riposizionarla, ma perde per il tempo e sbatte il pass d’ingresso in sala di gioco sul tavolo. Al 12° turno, poi, trova Caruana che gestisce molto meglio di lui il tempo, tant’è che a Carlsen sfugge totalmente una Torre in presa. Abbandono immediato, ma c’è da dire che Fabiano sta giocando un torneo fantastico. Il tutto pur se gli unici imbattuti non sono leader: Dubov, Lu Shanglei e Bu Yiangzhi (che non è nemmeno in top ten).
Capitolo italiani: partiamo da Lorenzo Lodici, che dopo la facile vittoria sul qatariota Ibrahim Al-Janahi si ritrova davanti Gukesh, il Campione del Mondo in carica. Qui la sconfitta arriva rapidamente, ma come “premio” c’è l’uzbeko Nodirbek Abdusattorov, iridato rapid nel 2021, ed è in questa Siciliana chiusa che, per un attimo, il numero 1 azzurro ha anche la possibilità di colpire con un micidiale attacco di Alfiere contro le Torri del Nero. Mancata l’occasione con 14 secondi sull’orologio, se ne va anche la chance di patta con un errore alla 56a mossa. Probabilmente le scorie di questo ko si riflettono anche su quello con il brasiliano Lucas Cunha, dove non vede una tattica sull’ultima traversa e finisce per perdere. Ripartito bene con il tedesco Florian Grafl, agguanta una vittoria nel finale con il bielorusso Mikhail Nikitenko, ma perde con il messicano Sion Galaviz dopo aver rimesso in piedi una situazione brutta. Di qui si alternano situazioni: vince con l’armeno Robert Piliposyan, perde una partita caotica con il giovane di Singapore Jagadeesh Siddharth, vince con combinazione di matto in cinque con l’indiano Sankalp Gupta, perde (male) con l’indiano Hamed Wafa, patta con l’indiano Harikrishnan (lo stesso del 3° turno rapid) e infine batte con bella giocata nel finale di Torre e pedoni il russo Roman Shogdzhiev, noto per essere, a 10 anni, il più giovane Maestro Internazionale della storia (battendo il record di un certo Faustino Oro), nonché il più giovane ad aver ottenuto una norma di MI a 9 anni. Al momento è 146° e ultimo tra i facenti parte del gruppo a 6,5/13.
Nicola Altini giunge anch’egli a 6,5/13, da 144° in questo caso. Il suo percorso inizia con una sconfitta in posizione divenuta pari con l’olandese di origini georgiane Robby Kevlishvili, ma al 2° turno giunge una vittoria di enorme peso con il polacco Radoslaw Wojtaszek, ottenuta perché questi, verso il finale, non vede un tatticismo con il quale Altini si va a prendere la Donna. Il pugliese poi patta con l’americano Maxim Dlugy (uno scacchista le cui vicissitudini meriterebbero un capitolo a parte) e, con rimpianti, con l’uzbeko Jakhongir Vakhidov. Sconfitto poi dall’americano Andrew Hong, patta ballando tra il vincere e il perdere con il cileno Cristobal Henriquez e, con meno brividi, con il cinese Zhang Zhong, quindi deve cedere al francese Augustine Droin, Ma gli ultimi turni sono quelli in cui spicca letteralmente il volo: batte l’ungherese (nato a Mosca) Gleb Dudin con quella che è nettamente la sua partita più bella nel torneo, e forse una delle più belle in carriera, con grande attacco sul lato di Re e combinazione di matto in quattro vista con abilità. Non solo: contro il danese Jonas Buhl Bjerre guadagna un altro successo di gran valore guadagnando la qualità nella transizione mediogioco-finale. Poi arriva una patta senza rischi con l’austriaco Konstantin Peyrer.
In campo femminile, invece, da sola in testa c’è l’olandese Eline Roebers con 8,5/10. Non è un risultato realmente a sorpresa, perché la sua forza si conosce, ma il ruolo è sostanzialmente quello di outsider. Alle sue spalle a quota 8/10 il terzetto composto dalla russa Aleksandra Goryachkina, dall’uzbeka Umida Omonova e dalla bulgara Antoaneta Stefanova. Quinta e sesta a 7,5/10 la kazaka Bibisara Assaubayeva e la cinese Song Yuxin, mentre del gruppo a 7/10 sono in top ten la kazaka Zarina Nurgaliyeva, l’americana Carissa Yip, l’ucraina Mariya Muzychuk e l’argentina Candela Belén Francisco Guecamburu, nota solo come Candela Francisco. Decisamente indietro Ju Wenjun: la cinese è a 5,5.
A 4/10 le due italiane. Partiamo da Alexandra Shvedova, al 101° posto. Per lei buon inizio, con la vittoria su Dharia Parnali, poi però arriva la complicatissima sfida con Humpy Koneru, e se la prima indiana era battibile, la seconda no. Arrivano però due successi contro la georgiana Anastasia Kirtadze e la norvegese Monika Machlik che lanciano Shvedova a quota 3/4. Di qui in avanti, però, le cose girano meno bene. Dopo la sconfitta, pur se con partita giocata bene fino a un punto ben in là nel mediogioco, con la già citata Assaubayeva, di punto ne arriva uno solo al 7° turno, con l’azera Ulviyya Fataliyeva. Per il resto sconfitte con la vietnamita Hong Nhung Nguyen, con la cinese Gu Xiaobing, con l’indiana Charvi e con la polacca Liwia Jarocka.
Quanto ad Aleksandra Dimitrijevic, è al 103° posto. Inizio difficile, con la quotata ucraina Nataliya Buksa, poi riesce a strappare la patta all’americana Jennifer Yu e continua a raccogliere mezzi punti con l’indiana Nandhidhaa e l’armena Mariam Mkrtchyan. Perde poi con la rumena Irina Bulmaga, poi patta ancora con la vietnamita Phuong Hanh Luong e, finalmente, batte la cinese Lanlin Zhang. A quel punto perde con l’ungherese Zsoka Gaal, quindi altre due patte con la russa Anna Zhurova e la kazaka Assel Serikbay. Va detto che in almeno due o tre di queste occasioni invece del mezzo punto poteva esserci qualcosa in più.
Capitolo prossimi turni: nel 14° Open, oltre a vedere Caruana-Grischuk (e Keymer-Aronian), in casa Italia doppia sfida con il Nero. Per Altini ci sarà l’espertissimo indiano Krishnan Sasikiran, numero 26 al mondo quasi vent’anni fa. Per Lodici, invece, il nome arriva dalla Cina ed è quello di Meng Yihan. Nell’11° donne, invece, a Shvedova tocca la bulgara Beloslava Krasteva, a Dimitrijevic la turca Ekaterina Atalik.
