Tennis
L’ultimo saluto a Nicola Pietrangeli nel suo campo al Foro Italico: tanti ricordi dai presenti
Un giorno particolare per gli appassionati di tennis e di sport. Al Foro Italico di Roma è stata allestita una particolare camera ardente per salutare Nicola Pietrangeli. Il tutto, infatti, è avvenuto sul campo dedicato al Pietrangeli, ritenuto da giocatori e tennisti uno dei più belli che ci possano essere. Il feretro del campione nostrano, ex capitano di Coppa Davis, è giunto poco prima delle 09.00.
Accompagnato dai fiori biancocelesti della sua Lazio, squadra per cui faceva il tifo, con un maxischermo a ritrarre le sue immagini sulle note di Charles Aznavour, si è voluto seguire alla lettera le sue volontà. Accanto al feretro citato,in bella mostra, la Coppa Davis conquistata, da capitano della Nazionale, nel 1976 in Cile. Presente anche uno stendardo del club calcistico (Lazio).
“E’ il giorno più triste. Nicola è stato una persona unica e irripetibile. È stato il tennis italiano. L’ho conosciuto 25 anni fa nel momento forse più buio. È curioso che abbia deciso di andarsene quasi in punta di piedi aspettando la fine di questi ultimi due mesi in sui i suoi ragazzi e le sue ragazze hanno vinto tutto. Oggi in Italia nel tennis siamo tutti figli di Nicola“, le parole del presidente della FITP, Angelo Binaghi.
“Va via la storia e le storie come le sue non muoiono mai. Ci ha lasciato un messaggio del quale tutti dovremmo renderci conto. Ho avuto il privilegio di conoscerlo davvero, di parlare tante volte con lui. Ogni conversazione era un misto di esperienza e ironia. Sapeva metterti a tuo agio, non si è mai vantato di nulla. Era sempre disponibile, sempre cordiale“, ha sottolineato il presidente del CONI, Luciano Buonfiglio.
“Sono piacevolmente stupito dall’affetto di tutta l’Italia… scusatemi, ma è dura. Era scanzonato, ironico, dissacrante, come dite voi… ma era lui. Se non fosse stato così attaccato alla Coppa Davis magari avrebbe pure guadagnato qualche cosina in più… però lui era malato di questa cosa. Per lui la maglia azzurra era tutto. Indossarla era importantissimo“, l’emozione del figlio Marco.
“Aver intitolato questo stadio a Nicola è per me un motivo di vanto. Era doveroso farlo. Facevamo sempre battute sul fatto che nessuno avesse avuto uno stadio intitolato mentre era in vita, amava l’ironia… Poi è stato un grande amico sul piano personale, ha contraddistinto tante tappe della mia vita. Era laziale peraltro, si allenava con la Lazio di Maestrelli. Parliamo di un vero signore, non parlava mai male di nessuno, ha unito la classe alla serenità. Nello sport sono tutti convinti di essere primi in tutto. Lui lo era, ma non lo faceva pesare“, ha commentato il presidente della FIP, Gianni Petrucci.
“Nicola ci ha insegnato ad amare la Davis, ci ha insegnato il valore di vestire la maglia azzurra. Tutto è partito dalla sua gestione e così lo vogliamo ricordare. Lo abbiamo sempre visto attaccato a questa coppa, mi piace pensare che abbia voluto aspettarci per la nostra terza consecutiva. Nicola voleva provare a esserci sempre. Era un’icona, con un tennis elegante come era lui“, ha dichiarato il capitano della Nazionale di Coppa Davis, Filippo Volandri. La commemorazione è terminata sulle note di “My Way” di Frank Sinatra.
