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Mattia Agostinacchio: “Con Viezzi sana rivalità. Mi sento pronto per il World Tour, su strada sono un…tuttofare!”

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Mattia Agostinacchio
Mattia Agostinacchio / Alessio Pedariva

Dopo il titolo mondiale juniores nel ciclocross, per Mattia Agostinacchio si apre una nuova fase. Classe 2007, Agostinacchio ha debuttato tra gli U23 con il titolo europeo, mentre per quanto riguarda il settore strada ci sarà il passaggio tra i professionisti con la EF Education-EasyPost, squadra con cui approderà nel World Tour già la prossima stagione. Sereno, consapevole e con le idee chiare, Mattia ai microfoni di OA Sport ha parlato dei suoi obiettivi, del rapporto con Stefano Viezzi e della convivenza tra strada e fango.

Cosa ti aspetti dalla nuova categoria?
“Per il momento non mi aspetto nulla di particolare, se non migliorare e divertirmi. È una categoria nuova, con un livello più alto, quindi il mio obiettivo è fare esperienza e continuare a crescere senza pressioni”. 

Hai un solo anno di differenza rispetto a Stefano Viezzi. Qual è il rapporto tra di voi? Potrebbe nascere una rivalità italiana che farebbe bene al movimento?
“Siamo amici, e questo ci permette anche di aiutarci in gara quando serve. Allo stesso tempo, una sana rivalità può solo far bene a entrambi e all’intero movimento italiano del ciclocross”. 

Quale sarà il tuo obiettivo stagionale nel ciclocross?
“Fare tanta esperienza. Non ho un obiettivo preciso in termini di risultati: voglio capire il ritmo e le dinamiche della nuova categoria, e poi crescere gara dopo gara”. 

Passando alla strada: nel 2026 passerai professionista con la EF, saltando in blocco la categoria U23. Ti senti pronto per questo salto?
“Sì, mi sento pronto. Anche perché già dal prossimo anno potrò fare alcune gare con la devo della EF, quindi sarà un passaggio graduale. Penso sia il modo migliore per adattarsi con calma al mondo dei professionisti”. 

C’è chi sostiene che un paio d’anni tra gli U23 servano per formarsi meglio, mentre altri – come il francese Seixas – passano subito tra i professionisti. Tu come la vedi?
“Dipende molto da persona a persona. Se accetti che per i primi anni potresti non ottenere grandi risultati, ma imparare come funziona il World Tour, allora ha senso passare subito. Se invece vuoi toglierti qualche soddisfazione personale prima, può essere meglio restare tra gli U23. Ognuno deve seguire il proprio percorso”. 

Che tipo di corridore sei su strada?
“Mi considero un tuttofare. Sono abbastanza veloce e me la cavo bene su tutti i terreni. Mi piace l’idea di essere un corridore completo, in grado di adattarsi a più situazioni”.

Come concilierai inizialmente gli impegni tra strada e ciclocross?
“Con il ciclocross finirò a fine gennaio, con il Mondiale. Dopo mi prenderò una settimana di pausa per recuperare, poi inizierò subito con la preparazione su strada. A metà novembre sarò in ritiro con il team, e lì definiremo meglio il calendario della prima parte di stagione”. 

Qual è la corsa dei tuoi sogni?
“La Milano-Sanremo”. 

Qual è stata la figura di riferimento nella tua crescita e nel tuo approdo al World Tour?
“Senza dubbio mio fratello Filippo e mio papà Fabio: senza di loro non sarei arrivato fin qui. E naturalmente anche mia mamma Anna, che ci segue sempre e ci sostiene in tutto. La famiglia è stata fondamentale”. 

Nel tuo primo anno da professionista sarai soddisfatto se…
“Se sentirò di essere sulla strada giusta, di crescere passo dopo passo e di capire bene le dinamiche del World Tour e di una squadra così grande. L’importante sarà costruire le basi solide per il futuro”. 

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