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CiclismoStrada

Filippo Fiorelli: “La Visma un sogno, sarò l’ultimo uomo di Brennan e Van Aert. In Sicilia resta difficile fare ciclismo”

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Filippo Fiorelli
Filippo Fiorelli Lapresse

Approdato nella massima categoria nel 2020 – dopo uno stage con la Nippo Vini Fantini e dopo essersi messo in mostra nel mondo delle granfondo – il siciliano Filippo Fiorelli ha sempre militato nell’attuale VF Group Bardiani CSF Faizanè, crescendo passo dopo passo alla scuola della famiglia Reverberi fino a diventare un corridore completo, capace di esprimersi non solo allo sprint ma un po’ su tutti i terreni. Nel suo palmares figura una sola vittoria, la prima tappa del Sibiu Tour nel 2022, ma le prestazioni di alto livello che ha firmato in particolare quest’anno hanno convinto la Visma Lease a Bike a puntare su di lui. Il quasi 31enne (li compirà il prossimo 19 novembre) ha firmato un contratto biennale che lo porterà finalmente nel World Tour. Un traguardo inatteso ma meritato, frutto di una prima parte di stagione solida e costante. In questa intervista, Fiorelli racconta emozioni, aspettative e riflessioni su questo nuovo capitolo della sua vita sportiva.

Dopo sei stagioni in Bardiani è arrivata la grande occasione nel World Tour con la Visma: a 31 anni te l’aspettavi?
“Onestamente no. Ci speravo, ma ormai mi ero quasi rassegnato. Poi, grazie a una prima parte di stagione positiva, qualcosa ha cominciato a muoversi e alla fine è arrivata la chiamata della Visma. Ho firmato un contratto biennale: è un sogno che si realizza”. 

Cosa pensi abbia spinto il team olandese a scommettere su di te?
“La squadra me l’ha spiegato chiaramente. Mi hanno contattato la settimana dopo il Giro d’Italia, presentandomi un progetto costruito intorno a me. Tra gli aspetti che hanno valutato c’è la mia capacità di guidare la bici e di evitare le cadute: nel progetto c’era addirittura una slide dedicata a questo. Fare una stagione senza infortuni fa davvero la differenza”. 

Ritieni che la tua carriera possa subire una svolta in una squadra così importante?
“Sicuramente sì. Ho già iniziato a lavorare con loro e devo dire che è un’organizzazione di un altro livello, senza nulla togliere alla Bardiani, che ha sempre fatto un grande lavoro per il ciclismo italiano e non solo. Con la Visma, però, si percepisce la qualità e la professionalità di una delle migliori squadre al mondo”. 

Dopo aver parlato con i dirigenti, quale sarà il tuo ruolo in squadra?
“Mi hanno detto che sarò l’ultimo uomo per Brennan e Van Aert, ma avrò anche qualche opportunità personale. Essendo un corridore veloce, mi lasceranno spazio per giocarmi le mie carte quando si presenterà l’occasione”. 

Cosa ti resta della lunga esperienza in Bardiani?
“Ho imparato tantissimo. Negli ultimi anni ero tra i più esperti del gruppo, ma ho visto che anche i giovani hanno ormai una grande preparazione, grazie al lavoro che si fa tra i dilettanti. Il ciclismo è cambiato molto rispetto ai miei inizi. Devo tanto a Giovanni Visconti, che mi ha sempre dato consigli preziosi e con cui ho ancora un rapporto speciale”. 

Quest’anno hai conquistato la classifica a punti al Giro d’Abruzzo: quanto ha contato per te questo risultato?
“È stata una bella soddisfazione. Ripensandoci, credo che si potesse fare anche qualcosa in più: nella prima tappa sono arrivato secondo dietro a Covi, e nella seconda, se avessimo preso in mano la corsa, potevo forse vincere. Il terzo giorno non ho creduto abbastanza nelle mie possibilità in salita, ma fa parte dell’esperienza. Nel complesso è stata una buona corsa e sono contento dei risultati ottenuti”. 

Hai qualche rimpianto nella tua carriera fino ad oggi?
“Non molti. Ho sempre dato il massimo, al 100%. Forse avrei potuto gestire meglio il peso, non sono mai riuscito a trovare il giusto equilibrio, ma nel complesso sono soddisfatto di ciò che ho fatto finora”. 

Sei siciliano come Nibali, Caruso e Visconti: per chi viene dalla vostra regione è oggi più semplice praticare ciclismo o le difficoltà restano le stesse?
“Le difficoltà sono ancora tante, anche se qualcosa è migliorato. Rispetto a quando ho iniziato, in Sicilia ci sono più corse tra Juniores e Dilettanti, ma per confrontarsi davvero bisogna spostarsi al Nord, in Toscana o Lombardia. È un sacrificio economico e logistico importante, e rende tutto più complicato”.