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Giada Borgato: “Vingegaard si avvicinerà a Pogacar al Tour. L’intelligenza di Pellizzari sul Colle delle Finestre mi ha stupita”

Una carriera sulle due ruote, coronata dal titolo di campionessa italiana nel 2012, e una seconda vita professionale fatta di microfoni, telecamere e una passione intatta per il ciclismo. Giada Borgato non ha mai smesso di pedalare, anche quando ha appeso la bici al chiodo. Oggi è una delle voci più riconoscibili della narrazione ciclistica, tra commenti tecnici e impegno per la valorizzazione del ciclismo femminile. Tornata dal Giro d’Italia, impegnata nella moto cronaca per la Rai, abbiamo raggiunto telefonicamente Borgato prima della sua partenza per il Giro Next Gen dove sarà ai microfoni per raccontare le imprese dei giovani talenti: “C’è una startlist davvero fortissima qui al Giro Next Gen: Nordhagen, Philipsen, Finn, Widar, sono solo alcuni dei grandi nomi qui presenti, sarà una settimana entusiasmante dove si saranno battaglia sin dai primi km di corsa“.
Ti aspettavi una superiorità così netta di Pogacar al Giro del Delfinato?
“Così netta no, manca ancora un po’ al Tour de France e quindi fossi in Vingegaard non mi preoccuperei così tanto. Ci sono ancora alcune settimane prima della Grande Partenza che saranno fondamentali per far crescere la condizione”.
Al Tour vivremo lo stesso film o pensi che Vingegaard possa in qualche modo provare a giocarsela?
“Secondo me al Tour sarà un po’ tutto più livellato, il Delfinato è una corsa in cui i corridori vanno a testarsi e quindi a capire la condizione in vista del Tour, è un esame importante”.
Cosa ti aspetti da Jonathan Milan e Filippo Ganna al Tour?
“Di Italiani al Tour ne avremo pochissimi, Milan penso si presenti con grandi ambizioni per le volate e credo sia anche pronto per ottenere risultati importanti. Il suo obiettivo sarà quello di puntare alla prima Maglia Gialla, per poi tenersela per diversi giorni, anche Ganna potrà puntare alle tappe, oltre che alle cronometro, e spero che non sia lì solo come uomo squadra”.
Intravedi complessivamente una risalita per il ciclismo italiano?
“Ci sono dei giovani come Pellizzari, Finn, Piganzoli che hanno dei numeri importanti, bisogna lasciare loro il giusto tempo per maturare e crescere, ma nel complesso abbiamo ancora corridori che riescono ad emergere, senza fretta e pressioni”.
Al Giro hai seguito i corridori molto da vicino sulla moto: che idea ti sei fatta di Giulio Pellizzari in ottica futura?
“Sicuramente è un buon corridore, la prestazione al Giro è stata eccellente. E’ un ragazzo giovane, che ha delle ottime gambe e corre in maniera tattica, è un ragazzo molto intelligente che ha già capito come muoversi in gruppo. La gestione sul Colle delle Finestre mi ha stupito molto, perchè aveva preso la salita con gli altri per poi staccarsi e andare su con il suo passo fino a recuperarli, ha un’ottima gestione delle sue potenzialità”.
Quanto è stata determinante la caduta per Tiberi?
“La caduta ha sicuramente influito nel Giro di Tiberi, sono curiosa di vederlo alla prova in un altro Grande Giro, ma per il momento è presto per dare giudizi affettati”.
Hai la sensazione che nel ciclismo femminile, se togliamo le solite fuoriclasse Longo Borghini e Balsamo, si stia facendo fatica a vedere nuovi talenti italiani?
“Siamo in un momento storico in cui vediamo meno giovani emergere, tolte le nostre top rider come Longo Borghini e Balsamo c’è un gap abbastanza ampio, ma anche qui fondamentale sarà avere pazienza e anche un po’ di fortuna”.
Il Mondiale in Ruanda così duro sembra disegnato per la Vollering: cosa ti aspetti dalle nostre?
“Il percorso del Mondiale è molto duro, Longo Borghini potrà provare a fare qualcosa e penso potrò contare su una formazione di atlete valide in salita, anche se al momento è ancora presto perché mancano parecchi mesi”.