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Ciclismo

Giro d’Italia 2024: Lorenzo Fortunato e la nuova sfida in maglia Astana. Tra l’obiettivo di una tappa e la top15

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Facciamo un piccolo viaggio nel tempo, a quasi tre ani fa. Torniamo indietro fino al 22 maggio del 2021, alla quattordicesima tappa del Giro d’Italia. Da Cittadella al Monte Zoncolan, uno degli arrivi più attesi di quella edizione della Corsa Rosa. Ci si attendeva la lotta tra i migliori di classifica per un traguardo tanto importante, ma invece a vincere fu uno degli attaccanti di giornata, uno scalatore piccolo e leggero ma che in quella giornata volava, tanto da commuovere il suo boss Alberto Contador: in quel giorno l’Italia scoprì Lorenzo Fortunato.

Alla prima vittoria da professionista a venticinque anni, quell’arrivo a braccia alzate ed il sedicesimo posto finale in quella classifica generale sembrava poter essere il trampolino di lancio per una carriera di buonissimo livello. Ma invece, ad oggi, il ragazzo emiliano è praticamente rimasto lì, senza riuscire a fare un determinato passo in avanti e diventare un vero uomo da Grandi Giri.

Quindicesimo nel 2022, addirittura ventunesimo lo scorso anno, ottenendo solo qualche piazzamento sporadico e tenendo raramente le ruote di quelli che si giocano davvero le posizioni di rilievo in classifica. Oltre ad una gamba non propriamente straordinaria quando contava si aggiunsero dei grossi problemi a cronometro, acuiti dalla sua struttura fisica (170 centimetri per 57 chili), che gli danno una posizione di svantaggio per le classifiche delle grandi corse a tappe. 

Intanto però è arrivata la chiamata da parte di una World Tour, la Astana-Qazaqstan che non dovrebbe chiedergli di fare obbligatoriamente classifica, ma di sprigionare i suoi cavalli in salita. I risultati arrivati in preparazione, una quattordicesima piazza alla Tirreno-Adriatico e soprattutto il decimo posto alla Volta a Catalunya, ma a solo due minuti di margine dalla terza piazza di Egan Bernal, lasciano comunque ben sperare.

L’obiettivo realistico per Lorenzo Fortunato rimane il solito: una chiusura in top 15 a Roma e magari prendersi un successo di tappa partendo da lontano, approfittando del fatto di non essere troppo vicino in classifica. Ma gli astri possono anche allinearsi, trovando la gamba giusta a cronometro e una squadra che lavora per lui, permettendogli di adocchiare un posto tra i primi 10 di questo Giro d’Italia. Difficile sì, impossibile no, soprattutto se non dovesse aver già raggiunto il picco di forma, che lo scorso anno lo portò ad ottimi risultati in aprile con la quinta piazza al Tour of the Alps e la vittoria della Vuelta Asturias.