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Rugby

Rugby: l’Italia di Quesada può sognare e puntare sui giovani

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Michele Lamaro
Lamaro / Federugby via GettyImages

Si è concluso il miglior Guinness Sei Nazioni di sempre dell’Italia, che ha chiuso con due vittorie, un pareggio, una sconfitta di misura contro l’Inghilterra e l’unico, vero, passo falso contro l’Irlanda a Dublino. È stata la prima Italia firmata Gonzalo Quesada e ora gli azzurri guardano al futuro con entusiasmo. Coscienti, però, che la strada è ancora lunga, ma che l’età gioca dalla parte dell’Italrugby.

La prima cosa da sottolineare è che, rispetto al passato, l’Italia non è dipendente da un settore del campo. Che fosse, come spesso è stato, dalla mischia o dalla mediana, ai tempi di Dominguez, raramente gli azzurri hanno saputo essere dominanti sia con il pack sia con la trequarti. Oggi, invece, giocatori come Nicotera, Ruzza, Lamaro, Garbisi, Menoncello, Brex, Ioane, Capuozzo, ma non solo, significano avere giocatori di assoluto livello in ogni momento della partita.

Non tutto, però, è entusiasmante. Se l’Italia ha giocato alla pari 4 match su 5, ottenendo tre risultati positivi, è altrettanto vero che la differenza l’ha fatta la difesa. I 103 placcaggi di Lamaro, record di sempre per il torneo, sono un vanto, ma anche un campanello d’allarme. L’Italia difende bene e sa colpire palla in mano, ma in questo Sei Nazioni ha concesso troppo territorio e, soprattutto, possesso agli avversari. Il prossimo passo per gli azzurri dev’essere quello di scendere in campo per fare la partita, non lasciarla in mano agli avversari e puntare sulla difesa per vincere.

Tornando alle note positive, va detto che l’Italia era la squadra più giovane del torneo. L’età media è di 24/25 anni e tra i giocatori che abbiamo citato prima, va ricordato che il capitano, Lamaro, ha solo 25 anni, mentre Menoncello a 21 anni ha ampissimi margine di crescita, così come il 24enne Capuozzo. Senza dimenticare i Pani, i Gesi, ma anche gli Spagnolo o i Vintcent. E pensando alle ottime prestazioni dell’Under 20, con giocatori come Lorenzo Casilio, Piero Gritti, Marcos Gallorini o Marco Scalabrin che potranno a breve fare la differenza anche in prima squadra.

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