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Nuoto, Alberto Razzetti ha un argento ed un bronzo: i 400 misti per il metallo mancante?

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Alberto Razzetti
Razzetti / LaPresse

Alberto Razzetti, l’appetito vien mangiando. Il ligure quest’oggi ha concesso il bis nei Mondiali 2024 di nuoto in vasca lunga. Dopo aver conquistato l’argento nei 200 farfalla, è arrivato il bronzo nei 200 misti. Una medaglia tutt’altro che scontata, perché ottenuta non al top della condizione, mettendo in mostra grandi qualità da agonista puro.

Due medaglie dal valore storico. Quanto ottenuto nelle quattro vasche del delfino non ha precedenti in casa Italia. Tradotto: nessun nuotatore nostrano era mai riuscito a rientrare nella top-3 di tale specialità nella competizione iridata. Nell’alternarsi degli stili, l’ultimo podio risaliva a 21 anni fa, quando Max Rosolino si tingeva anch’egli di bronzo alle spalle dei fenomenali Michael Phelps e Ian Thorpe.

E ora? Nell’ultima giornata di questi campionati (18 febbraio) è prevista la gara dei 400 misti. Il Mostro, come viene definito da chi sa cosa voglia dire affrontarlo in acqua, sarà di scena e Razzetti ha saputo domarlo negli ultimi mesi, considerando il miglior tempo al mondo in questa stagione di 4:09.29 (record italiano negli Assoluti di Riccione, tempo con cui ha ottenuto la qualificazione olimpica).

Favori del pronostico? Non proprio. Il “Razzo” non è nella medesima condizione e questo aspetto lo si è notato quest’oggi nella frazione a dorso, da sempre l’anello debole della catena. In Romagna le criticità erano state minimizzate e in questo modo Alberto si era esaltato, da capire come a Doha saprà gestire tale problematica.

Gli avversari sono forti. Certo, mancano il fenomenale Leon Marchand e l’americano Chase Kalisz, ma ci sono il giapponese Tomoru Honda (2° tempo al mondo stagionale in 4:09.98), l’altro forte statunitense Carson Foster, oggi argento nei 200 misti e l’altro nipponico Daiya Seto. Sarebbe bello completare la tripletta, con il metallo più pregiato, ma servirà un Razzetti sugli scudi.