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Djokovic amaro: “Sinner mi ha cancellato dal campo, Ma non è l’inizio della fine”

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Novak Djokovic

Una brutta sconfitta da accettare. Novak Djokovic è stato battuto da Jannik Sinner nelle semifinali degli Australian Open 2024. L’altoatesino (n.4 del mondo) si è imposto con il punteggio di 6-1 6-2 6-7 (6) 6-3 e per Nole il sogno del 25° Major è sfumato al pari di quello del Grande Slam. Il tutto è stato frutto di una prestazione eccellente del tennista italiano al cospetto di un Djokovic che specialmente nei primi due set non ha espresso il suo livello abituale.

Prima di tutto congratulazioni a Sinner per aver giocato un grande match e un grande torneo fin qui. E’ meritatamente in finale. Oggi mi ha cancellato dal campo. Invece per quanto mi riguarda sono scioccato dal mio livello di gioco. Nei primi due set non ho praticamente fatto nulla. E’ uno dei peggiori match a livello Slam che ho giocato. Non è una bella sensazione, ma complimenti a Jannik per aver fatto tutto meglio di me. Ci ho provato, ho lottato, nel terzo set ho fatto salire il mio livello, salvando un match-point e giocando un buon tie-break. Ma nel quarto di nuovo ho giocato un pessimo game perdendo il servizio dal 40-0, giocando anche controvento. Sicuramente la mia prestazione non è stata un granché. In quei momenti pensi solo a ritrovare serenità, ma allo stesso tempo bisogna aumentare il livello di gioco. Ci ho provato e il pubblico è stato fantastico. Sono stati corretti verso entrambi i giocatori. Abbiamo avuto molto supporto sia io che Jannik“, ha raccontato il n.1 ATP in conferenza stampa.

Un livello di gioco che, secondo il nativo di Belgrado, non è mai stato trovato nel corso del torneo: “Non sono stato nemmeno vicino al mio livello migliore. Forse la partita contro Mannarino è stata ottima, ma nella maggior parte dei match giocati non ho giocato come faccio di solito in Australia. Quindi da un lato ero sorpreso, perché non pensavo che avrei fatto così male nei primi due set, ma dall’altro lato non mi sono sentito lo stesso di sempre in campo lungo tutto il torneo. Uno può dire che la semifinale sia comunque un ottimo risultato, ma mi aspetto sempre il massimo da me stesso e oggi non è andata di certo così“.

In questo discorso si lega anche il dato delle zero palle break avute nella partita contro Sinner: “Probabilmente questo dato dice molto. Prima di tutto va detto che lui ha servito in maniera estremamente precisa. Per quanto riguarda me, è difficile trovare le parole. Non abbiamo abbastanza tempo. Ci sono tante cose negative che ho fatto oggi in campo in termini di gioco e non sono contento né della mia risposta, né del dritto, né del rovescio. Quindi lui ha dominato. Se servi bene e non affronti mai una palla break hai un vantaggio mentale nei confronti dell’avversario e puoi mettere pressione a lui. Congratulazioni a Jannik, ha giocato un match perfetto“.

Djokovic ha anche approfondito l’evoluzione di Sinner, anche per via delle sue tre vittorie negli ultimi quattro scontri diretti: “Già prima colpiva la palla molto forte sia di dritto sia di rovescio. E’ ormai famoso per come schiaffeggia la palla, gioca veloce, gli piace essere aggressivo. Penso che il suo servizio sia migliorato molto. Lo direziona molto bene e ha anche aumentato la velocità. Sul piano mentale è sempre stato molto tranquillo in campo, ma forse faticava a esserlo nei match più importanti. Ora però il cerchio si sta chiudendo. Naturalmente Darren Cahill, che è un coach di grande esperienza e ha lavorato in passato con gente che è stata numero uno al mondo, lo sta aiutando sul piano mentale, insieme a tutto il resto. Ha un grande team con sé, il suo percorso è quello giusto. Tra un paio di giorni potrà vincere il suo primo Slam“.

E sul suo futuro: “Vediamo (ride, ndr). Ho ancora grandi speranze per gli altri Slam, l’Olimpiade e ogni altro torneo che giocherò. E’ solo l’inizio della stagione. Di sicuro il feeling che ho adesso non è qualcosa a cui sono abituato. Quasi sempre ho iniziato la stagione con un trionfo nello Slam e non ho mai perso in semifinale o in finale all’Australian Open. Quindi stavolta è un po’ differente dal solito, ma così è. Non so, sicuramente questo torneo non è stato all’altezza del mio standard, ma non vuol necessariamente dire che è l’inizio della fine, come piace dire ad alcuni. Vediamo cosa succede nel resto della stagione”.

Foto: LaPresse

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