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Biathlon, in Ucraina è “mistero Semerenko”. Le gemelle sono ancora in attività, vincono in patria, ma non gareggiano in ambito internazionale

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I nomi di Valentina e Viktorija Semerenko, rispettivamente conosciute come Valj e Vita, son ben noti agli appassionati di biathlon, soprattutto di lungo corso. Al lettore occasionale basti sapere che si tratta di due delle biathlete ucraine più blasonate del XXI secolo.

Classe 1986, entrambe campionesse olimpiche in staffetta a Sochi 2014, hanno peraltro raccolto svariate medaglie pesanti a livello individuale. Per esempio, Valj si è fregiata dell’oro iridato 2015 nella mass start, mentre Vita si è attestata sul gradino più basso del podio a Cinque cerchi nella sprint di Sochi 2014. Carriere di alto profilo, delle quali non è però più chiara la situazione.

De jure sono entrambe ancora in attività, ma de facto non si vedono più sul palcoscenico internazionale da tempo. Valj non gareggia al di fuori dell’Ucraina dal dicembre 2022, quando venne schierata in una gara di Ibu Cup (il circuito cadetto alla Coppa del Mondo). L’ultimo “avvistamento” di Vita risale, sempre in un contesto di secondo livello, al febbraio 2022, poche settimane prima dell’inizio delle operazioni militari nell’Est Europa.

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Qualcuno si potrà chiedere cosa ci sia di strano in tutto questo. Anche alla luce dell’età, la competitività delle due non potrebbe essere scesa fino a non giustificarne più l’impiego? Possibile, ma c’è un accadimento da sottolineare. Non più tardi di un mese fa, entrambe hanno preso parte ai campionati nazionali ucraini e hanno vinto la staffetta mista, assieme ad altri due corregionali, in rappresentanza dell’Oblast Sumy (situata nell’estremo Nord-Est del Paese, al confine con la Russia), della quale sono originarie.

Dunque, proprio “statue di cera” non sono ancora diventate. Al contempo, la dinamica veramente anomala è rappresentata da un atteggiamento della federazione e dello staff tecnico quantomeno enigmatico. I media ucraini sono interessati alla sorte delle due Semerenko, soprattutto per il blasone e per quanto rappresentano nella storia del biathlon укрaïнськo. Pertanto, di tanto in tanto, pongono quesiti in merito allo stato dell’una e dell’altra.

Ebbene, le risposte da chi viene interpellato in merito sono sempre le stesse da oltre un anno. Ogni qualvolta bisogna spiegare un’assenza, da competizioni o finanche raduni, si parla di “malanni”. Insomma, queste due vengono colpite da virus e/o batteri in maniera strategica, ogni qual volta arrivano domande dagli organi di informazione. Davvero difficile la vita di chi non si può allenare con costanza, ma riesce a essere competitiva a sufficienza per imporsi nei campionati nazionali.

Forse sotto non c’è niente di losco? Oppure c’è qualche dinamica su cui è meglio tacere. Scorrendo la lista delle 14 donne senior inserite nelle squadre nazionali ucraine, i loro nomi neppure si trovano. Non sono reperibili neppure controllando con pazienza anche l’elenco dei tecnici (sia mai che gareggino part-time), indice di come siano a tutti gli effetti aliene alla federazione ucraina.

A proposito. Tanti anni orsono, quando erano poco più che ventenni, entrarono in polemica con l’ente federale per una questione legata a premi promessi, ma mai corrisposti. Si vociferò dell’ipotesi di un loro cambio di passaporto, abbandonando l’Ucraina in favore della Russia. Erano altri tempi, il conflitto armato tra due Paesi all’epoca fratelli non era neppure concepibile. La prospettiva, mai compiutasi, fa tuttavia capire quale possa essere l’ascendente delle gemelle.

Questa settimana a Brezno-Osrblie, in Slovacchia, si disputano gli Europei. Manifestazione di livello cadetto che, storicamente, interessa soprattutto le nazioni dell’Europa orientale. Talvolta è l’occasione per rivedere in azione alcune vecchie glorie. Non sarà così per le Semerenko, ovviamente neppure prese in considerazione per le convocazioni, a meno di clamorose sorprese.

Foto: La Presse