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‘Maurizio racconta…’: Sinner trascina l’Italia, ma il format di questa Coppa Davis non funziona

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Italia Coppa Davis

VOTO, BORSINO E MIGLIORI DELLA SETTIMANA DELL’ITALIA

Voto della settimana per l’Italia: 10 e lode   

Borsino della settimana (chi sale e chi scende)

J. Retornaz (curling)      S. Stanco (trap)
M. Bassino (sci alpino) Nazionale femminile curling

Atleta della settimana (uomo). Jannik Sinner (tennis): è la prima volta, da quando esiste questa rubrica, che la palma di migliore della settimana la ottiene un atleta per due settimane consecutive. Questo la dice lunga sull’impresa compiuta dall’altoatesino in queste ore. Rimontare tre match point al numero uno del mondo in singolare, per poi batterlo di nuovo nel doppio decisivo, rimarrà scolpita come una delle cinque imprese (forse anche tre) dello sport azzurro nel corso della storia. Perchè non si tratta solo del numero uno attuale, ma del più grande tennista della storia, numeri alla mano. Lo dicevo la scorsa settimana: non era finita e c’era una Coppa Davis da provare a vincere. Ora è nella bacheca della Federtennis e padel. Semplicemente stratosferico.

Atleta della settimana (donna). Lisa Vittozzi (biathlon֪): vince la prima gara di World Cup –l’individuale da 15 km – per appena un decimo, davanti alla tedesca Franziska Preuss, facendo la voce grossa per quanto riguarda la conquista della sfera di cristallo sin dall’inizio della stagione. Secondo podio in questo weekend per la ventottenne veneta sulla neve di Östersund, dopo il terzo posto nella staffetta mista. Con questa prova carica di adrenalina, aumentano esponenzialmente le consapevolezze di Lisa per giocarsi le sue carte: mai come ora aveva avuto un simile equilibrio mentale, tecnico e fisico.

IL FORMAT DELLA COPPA DAVIS VA CAMBIATO

L’Italia ha appena vinto – per la seconda volta nella sua storia – la Coppa Davis di tennis. Il trionfo di Malaga posiziona ora il Bel Paese al decimo posto tra le nazioni più vincitrici della storica “insalatiera”, assieme alla Croazia. Ci precedono, nell’ordine, Stati Uniti (32 titoli), Australia (28), Francia (10), Gran Bretagna (10), Svezia (7), Spagna (6), Germania, Russia e Repubblica Ceca con tre trofei ciascuna.
Tuttavia, questo trionfo non deve nascondere con un dito le polemiche riguardanti il nuovo format del massimo trofeo mondiale di questa disciplina, forse paragonabile unicamente ad un Mondiale di calcio o una Coppa America di vela. Come tutti sappiamo, la società Kosmos (dell’ex calciatore del Barcellona Gerard Piqué) aveva acquisito i diritti di sfruttamento e gestione dell’evento, promettendo alla Federazione Internazionale Tennis (ITF) un investimento di 2.500 milioni di euro per i prossimi 25 anni. Tutto questo, con l’intenzione di trasformarlo in una specie di Mondiale di calcio bis, con la fase finale in sede unica e divisa per raggruppamenti. Salvo che poi la “favola” è durata appena 4 anni invece dei 25 previsti. La società semplicemente si era resa conto che non poteva avere un ritorno economico-finanziario come aveva previsto, annullando il contratto con l’ITF nel gennaio di quest’anno. Ora la questione è in mano ai tribunali, e la ITF ha nominato l’ex tennista Feliciano Lopez come direttore della Davis, per traghettarla dopo il caos. Ma i mugugni continuano, e nessuno degli addetti ai lavori sembra che supporti questo format.
Dal mio punto di vista, ecco i principali motivi per considerare questo format non idoneo e ritornare a quello antico, magari aggiungendo qualche piccola modifica:

– Durante la fase preliminare disputata in quattro sedi (Bologna, Valencia, Manchester e Spalato), solo un giocatore della top ten vi ha preso parte. Guarda caso, proprio il numero 1 del mondo Nole Djokovic. Feliciano Lopez ha “sponsorizzato” la sua presenza a Valencia, indicando che non è vero che i top player snobbano la Davis. Ma la realtà è un’altra: il serbo ha segnato in rosso le Olimpiadi di Parigi 2024 sul suo calendario, per attaccare quella che forse è l’unica macchia dei suoi infiniti record, l’oro a Cinque Cerchi. Ma per rappresentare il suo Paese, le regole dell’ITF richiedono che ogni giocatore che vuole partecipare all’evento olimpico debba essere presente almeno ad una convocazione della Coppa Davis. E non era detto che, senza Djokovic, la Serbia si sarebbe qualificata per le Finals di Malaga, come alla fine è avvenuto.

– Le Finals della manifestazione si svolgono sempre nello stesso paese (la Spagna), cosa che non accade in nessun’altra disciplina sportiva. Ovviamente, era una delle condizioni richieste dalla Kosmos prima di firmare il contratto con l’ITF. Per non parlare poi delle quattro sedi della fase preliminare, che non hanno quasi mai riempito i palazzetti. A chi interessava andare a vedere un Svizzera-Francia a Manchester, o un Cile-Svezia a Bologna? A differenza del vecchio format, dove la nazione padrona di casa riceveva al rivale dentro ad autentiche ‘bolge’.

– L’essenza del tennis sono le diverse superfici di gioco (terra battuta, erba, cemento indoor e outdoor), e la scelta di giocare solo su una allontana una buona parte dei giocatori, che non si sentono identificati. Anche Adriano Panatta lo ha affermato in questi giorni.

– Prima gli incontri erano spalmati su tre giorni (dal venerdì alla domenica), con quattro singolari e un doppio in totale. Questo rendeva più incerto l’esito di un match, e dava anche la possibilità ad un singolarista di poter disputare il doppio il giorno successivo. Con il format attuale, i giocatori vengono spremuti in poche ore della stessa giornata per decidere un match, visto che le Finals durano meno di una settimana. Con il serio rischio di infortuni, dopo una stagione logorante.

Stan Wawrinka, Mardy Fish e Julien Benneteau sono alcuni tra i protagonisti del mondo del tennis, che hanno attaccato duramente sui social l’operato di Piquè con prese di posizione forti, spesso spedite ai mittenti dall’ex difensore blaugrana. Ma ora è arrivata l’ora di trovare soluzioni, non di ripetere gli errori del passato recente. Signore e signori, mai più il tennis deve finire in mano ad incompetenti e, men che meno, che non appartengano a questo mondo!

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Maurizio Contino

Foto: Lapresse