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Editoriali

Jannik Sinner: scelta lungimirante che denota maturità e fa riflettere chi non sa gestire il tennis

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Jannik Sinner

Partiamo da una domanda: può una partita di tennis, peraltro di un torneo Masters1000, iniziare alle 0.20 e terminare alle 2.36, dunque nel cuore della notte? La risposta è scontata e già da qui si comprende come sia tutto sbagliato e da rifare. Non si tratta peraltro di una novità a Parigi-Bercy, perché solo qualche giorno fa era toccato a Wawrinka e Thiem sfiorare le due e mezza di notte, mentre i casi del passato più o meno recente sono molteplici: Jannik Sinner e Mackenzie McDonald sono stati solo le ultime due vittime di un sistema non all’altezza, che non tiene conto delle esigenze dei giocatori e, verrebbe da dire, neppure di quelle del pubblico. Per chi ha pagato un biglietto è davvero così elettrizzante assistere ad un match di tennis dopo la mezzanotte, per poi magari andare al lavoro poche ore dopo? Sarebbe bello se gli organizzatori motivassero la volontà di prevedere ben sei partite in un giorno a partite dalle 11.00 del mattino, con probabilità altissime di sforare ben oltre tempi ritenuti accettabili.

A prendere le difese di Sinner è stato il norvegese Casper Ruud, che ha attaccato duramente la ATP attraverso Twitter (ora denominata X): “”Brava ATP. Applausi per il modo di supportare uno dei migliori giocatori del mondo, quando ha terminato il proprio incontro alle 02.37 del mattino e ha 14,5 ore per recuperare. È uno scherzo?”. 

Non è mancata la stoccata sui social anche da parte di Darren Cahill, uno degli allenatori del nativo di San Candido: “2.45 di notte. Felice per la vittoria di Jannik Sinner ma zero attenzione per la salute dei giocatori con la programmazione di Parigi”. 

La scelta di Sinner di ritirarsi dal torneo di Parigi-Bercy è dunque assolutamente condivisibile. L’italiano ha dato priorità alla sua salute ed ai prossimi appuntamenti che lo attendono (ATP Finals e Coppa Davis), non di certo ad un evento dove la mancanza di rispetto nei suoi confronti sarà difficile da digerire in tempi brevi. Che senso avrebbe avuto tornare in campo contro l’australiano Alex De Minaur dopo meno di 15 ore, avendo riposato male e dunque con il rischio tangibile di incorrere in problemi muscolari? Compromettere il finale di stagione, con l’obiettivo delle ATP Finals dichiarato sin da inizio anno, per assecondare persone che hanno palesato enormi limiti nell’organizzare un torneo di questa caratura? No, grazie…

La competizione parigina, dopo le eliminazioni di Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev, perde dunque un’altra delle stelle più attese. Il gesto di Sinner, anche e soprattutto di natura simbolica, avrà l’effetto di cambiare qualcosa in vista delle prossime edizioni? Permetteteci di dubitarne.

Foto: Lapresse