Seguici su

Formula 1

F1, quindici anni fa l’ultimo Mondiale della Ferrari. Ci sarà una rinascita o il 2008 fu il crepuscolo di una Dea?

Pubblicato

il

Felipe Massa Fernando Alonso KImi Raikkonen

Oggi, 2 novembre 2023, cade il quindicesimo anniversario dell’ultimo Mondiale vinto dalla Ferrari. Non piloti, beninteso, bensì quello Costruttori del 2008. Tale successo nella classifica riservata ai team è rimasto inevitabilmente eclissato dall’esito della contesa tra Felipe Massa e Lewis Hamilton, atroce se visto dalla parte ferrarista.

Nell’immaginario collettivo, il 2008 resterà per sempre l’anno di quella bruciante beffa all’ultima curva nel convulso finale di Interlagos, dove peraltro si tornerà proprio nell’imminente weekend. Per i sostenitori della Scuderia di Maranello non c’era modo di sapere che quella tremenda delusione non sarebbe stata compensata per lustri. Forse, riguardandolo con gli occhi di oggi, quel Mondiale costruttori all’epoca insignificante, assume un valore differente.

Quindici anni sono un’enormità, siamo a tutti gli effetti di fronte al secondo grande digiuno patito dal Cavallino Rampante. “Secondo” inteso per ordine cronologico, perché in termini di durata, è appena stato eguagliato il più lungo di sempre. Dal 2009 in poi siamo giunti a quindici stagioni consecutive senza titoli di alcun tipo. È dunque stata pareggiata l’astinenza assoluta intercorsa dal 1984 al 1998.

 

L’epilogo del 1983 fu amaro quasi quanto quello del 2008. Di quel Mondiale costruttori interessava ben poco, c’era più amarezza per il fatto di non essere riusciti a primeggiare fra i piloti. Patrick Tambay poté recriminare per qualche ritiro pesante di troppo in GP che avrebbe potuto vincere. René Arnoux, appena vestitosi di Rosso, pagò a caro prezzo un avvio d’annata poco incisivo.

Anche nel 1999 la Ferrari chiuse l’anno inchinandosi tra i piloti, ma imponendosi fra i team. Però in quel caso il sapore fu completamente diverso. Non era aspro, bensì agrodolce. Perché c’era la consapevolezza che senza l’incidente di cui Michael Schumacher fu vittima a Silverstone, avrebbe potuto essere l’anno buono. Soprattutto, quel titolo costruttori aveva dimostrato come la Scuderia di Maranello potesse risultare ancora vincente, senza essere condannata perennemente alla sconfitta.

È quanto chiedono tutti i tifosi del Cavallino Rampante, ovvero spezzare un ciclo degno del film “Ricomincio da capo”, interpretato da Bill Murray e Andie MacDowell. Ci sarà modo di interrompere il loop perdente in cui le Rosse sono intrappolate da quindici anni? Dopo la batosta di Suzuka 1998, anno che sta al 2023 come il 1983 sta al 2008, c’era la certezza di avere a disposizione il miglior pilota del mondo e la coscienza di come la struttura fosse in evidente crescita. Difatti sappiamo come sono evolute le cose nel decennio successivo.

Si può dire lo stesso al giorno d’oggi? Con tutto il bene che si può volere a Charles Leclerc e Carlos Sainz, qualcuno si azzarderebbe a ritenerli migliori di Max Verstappen? Con tutta la comprensione e la benevolenza che possono essere concesse a Frederic Vasseur, si ha la percezione di una Scuderia di Maranello in crescita? Le risposte sono nell’animo di ognuno.

Se anche il 2024 dovesse concludersi con un nulla di fatto, allora si entrerebbe in un territorio inesplorato, perchè mai il Cavallino Rampante è rimasto a completamente a bocca asciutta per sedici stagioni consecutive. Nessun ferrarista chiede un nuovo 2002 o un nuovo 2004. Basterebbe un nuovo 1999.

Foto: La Presse