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Cosa é mancato a Sinner per battere Djokovic e perché questa sconfitta sarà formativa

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Jannik Sinner e Novak Djokovic

O si vince o si impara…non si perde mai“. E’ un po’ questo il mantra di Jannik Sinner, che gli ha permesso di scalare la classifica nel corso di questo 2023, vincere 61 partite e conquistare 4 titoli. Un percorso sublimato dalla eccellenza prestazione alle ATP Finals dove l’altoatesino è stato in grado di spingersi fino alla Finale, vincendo i tre incontri del girone e sconfiggendo in semifinale Daniil Medvedev.

Nell’atto conclusivo, al cospetto di un Novak Djokovic centrato come raramente si era visto in quest’annata, Jannik è stato costretto a cedere il passo. Per cui la domanda che ci si pone è la seguente:

CHE COSA È MANCATO A SINNER PER BATTERE DJOKOVIC A TORINO?

GESTIONE FISICA

Il primo aspetto da analizzare riguarda la cura del proprio corpo. Jannik ha sicuramente ancora dei margini da questo punto di vista e dei miglioramenti già si sono visti per le tante partite di alto livello affrontate, anche nel contesto del Pala Alpitour. L’aver battuto in rapida successione Stefanos Tsitsipas, lo stesso Novak Djokovic e Holger Rune nel girone (gli ultimi due per la prima volta in carriera) e in semifinale Daniil Medvedev (per la terza volta consecutiva) in match tirati negli ultimi tre casi ha evidenziato la crescita dell’italiano, ma anche i suoi attuali limiti in termini di resistenza. Venendo a mancare il giorno di riposo tra semifinale e finale, è stato chiaro che dal punto di vista atletico, Jannik fosse decisamente scarico e al cospetto di un Djokovic così centrato c’è stato poco da fare.

ESPERIENZA

Sinner, alla prima vera partecipazione nel roster ufficiale delle ATP Finals (nel 2021 subentrò da riserva a Matteo Berrettini infortunato), ha disputato la sua prima Finale in un torneo molto importante e anche questo ha pesato al cospetto di chi era al nono atto conclusivo e sapeva cosa aspettarsi, per di più avendo perso contro Jannik quattro giorni prima nel raggruppamento. In sostanza, la gestione delle energie e anche la capacità di elevare il proprio livello di partita in partita sono aspetti in cui Djokovic è un Maestro e da cui Jannik dovrà trarre spunto.

PERCHÈ QUESTA SCONFITTA SARÀ FORMATIVA

Riteniamo, quindi, che questa sconfitta sia formativa perché nelle caratteristiche di Sinner si è evidenziata questa qualità di imparare abbastanza velocemente da certe “batoste”. L’aver avuto un confronto diretto di questo genere, al cospetto di un Djokovic così qualitativo, sarà utile anche dal punto di vista delle motivazioni per la preparazione che lo attende dopo le Finali di Coppa Davis. “Quando una persona fa la pasta al pomodoro per la prima volta magari la mangia e manca un po’ di sale. La seconda volta poi lo aggiungi, la terza metti i pomodorini freschi, la quarta il basilico e così via. Impari fino a quando il piatto diventa buono: noi parliamo sempre di aggiungere e aggiungere, ma se aggiungi troppo il piatto non è più buono. So di poter migliorare ancora molto“, le parole di Sinner in conferenza stampa, con una metafora anche simpatica che chiarisce perfettamente il concetto.

Foto: LaPresse