Seguici su

Senza categoria

ATP Finals 2023, Adriano Panatta: “Sinner diventerà n.1 del mondo entro due anni, ha fatto innamorare gli italiani del tennis”

Pubblicato

il

Jannik Sinner

La settimana di Torino si è conclusa con il settimo trionfo di Novak Djokovic. Il n.1 del mondo ha siglato un altro record, superando Roger Federer nella graduatoria dei plurivincitori delle ATP Finals. Sul veloce indoor del Pala Alpitour, Nole ha sconfitto con un doppio 6-3 Jannik Sinner, primo italiano in 54 anni della storia di questo torneo a spingersi così in là.

Ci ha provato l’altoatesino, ma c’era meno brillantezza nelle gambe e poca lucidità. Un aspetto su cui dovrà lavorare in vista della preparazione per il prossimo anno perché è proprio da questo punto di vista che c’è lo step da compiere per puntare al meglio possibile. Del resto, mai Jannik aveva affrontato in rapida successione tanti tennisti così forti in così breve tempo, battendo lo stesso Djokovic e il danese Holger Rune per la prima volta in carriera nel girone, senza dimenticare la semifinale molto tirata contro il russo Daniil Medvedev.

A valutare quanto accaduto a Torino è stato Adriano Panatta, unico italiano ad aver vinto uno Slam (Roland Garros nel 1976) e tra i protagonisti della conquista della Coppa Davis 47 anni fa. Presente nell’ultima puntata della Domenica Sportiva su Rai 2 HD, Panatta ha valutato l’impatto che Sinner ha avuto nel pubblico: “Lui ha fatto innamorare del tennis tutta l’Italia. Gente che non guardava una partita ha ricominciato e si è un’altra volta appassionata“.

Analizzando la sfida contro Nole, ha aggiunto: “La Finale è stata un po’ a senso unico perché Djokovic ha giocato una partita perfetta e Sinner invece ha accusato forse un po’ di stanchezza dopo sei giorni di match, in cui ha battuto in fila quattro top-10, tra cui lo stesso Djokovic. Nel primo set il serbo ha giocato talmente bene che non c’era match. Nel secondo, il 6-3 è troppo severo perché Jannik ha avuto delle occasioni per agganciare il rivale e lottare con lui“.

A conclusione, una previsione senza troppi peli sulla lingua: “Voglio dire una cosa: questo ragazzo che abbiamo è straordinario, gioca bene, è un giovane educatissimo e si comporta in campo in maniera impeccabile. Io vi dico che lui entro due anni diventerà il n.1 del mondo“.

Foto: LaPresse