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Atletica, Alessia Pavese: “La Richardson mi ha dato la carica. Nei 100 ho ancora ampi margini”

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Protagonista della meravigliosa staffetta italiana 4×100 metri che ha chiuso in quarta posizione gli ultimi Mondiali di Budapest, Alessia Pavese è stata ospite della nuova puntata di Sprint2u, visibile su Sport2U, web tv di OA Sport. La 25enne lombarda, ultima frazionista azzurra, ha rilasciato una lunga intervista parlando dei suoi grandi progressi e ripercorrendo le tappe clou della stagione 2023.

Sicuramente sono nata più come duecentometrista e sento di esserlo ancora oggi. Ho sempre fatto i 100 in questi ultimi anni piuttosto che i 200 anche per una serie di infortuni vari legati al correre in curva. Mi sono spostata un po’ più sui 100 anche per questo. Comunque ci siamo impuntati sui 100 perché, d’accordo con il mio allenatore, pensiamo di avere ancora margine. Stiamo lavorando tantissimo sul curare bene i primi 30 metri e l’accelerazione, che è il mio punto debole. Ho un’ottima fase lanciata, ma l’accelerazione è molto rivedibile e c’è margine“, racconta la nostra portacolori.

Quest’anno ho gareggiato poco anche perché mi sono concentrata molto sui raduni della Federazione. Ci sono state subito le gare a Firenze con la staffetta a maggio, poi abbiamo fatto diversi raduni e a seguire la Coppa Europa. Diciamo che è stato difficile fare parecchie gare. Dopo gli Italiani c’è stato un altro raduno e siamo partiti per i Mondiali, quindi non c’era proprio il tempo”, prosegue l’azzurra ripercorrendo la sua annata.

Sul rapporto con l’allenatore Alberto Barbera:Ci fidiamo tanto del nostro allenatore. Con Alberto ho avuto bisogno di 2-3 anni per adattarmi ai suoi metodi di allenamento. Prima non facevo mai pesi e neanche velocità. Anche il mio fisico ha dovuto adattarsi ed infatti ho avuto diversi infortuni. Poi ho trovato il mio equilibrio e gli infortuni sono diminuiti. Adesso si vedono i frutti dei suoi allenamenti“.

Sul suo percorso di avvicinamento alla velocità:Ho iniziato da piccola facendo nuoto con la scuola. Poi ho provato pallavolo, ma non faceva per me. I miei genitori mi hanno subito mandato a fare atletica, solo che qui al mio paese (Villa di Serio) si faceva solo marcia. In realtà qualche gara di marcia l’ho anche vinta, ma non mi piaceva più di tanto perché non la sentivo mia come specialità. Poi mi sono spostata sul salto in alto, dove ho ottenuto delle discrete soddisfazioni perché al primo anno da cadetta ho saltato 1,68 di personale indoor. Da lì sono passata alla velocità per un discorso di infortuni, perché mi ero fatta male al piede di stacco. Mi è venuto un’edema allo scafoide del piede destro, quindi ho cominciato a spostarmi sulla velocità che è la specialità che mi piace di più in assoluto“.

Chiamata ad esprimere una preferenza tra la staffetta e la gara individuale, Alessia ha dichiarato: “Sono due cose completamente diverse. Comunque ognuna di noi punta a dare il 100% nella gara individuale e quella resta intoccabile. La staffetta è un altro tipo di emozione: è bellissimo condividere con le tre compagne la gioia o comunque il risultato che arriva. Al di là del risultato regala grandi emozioni e condividerle con altre persone rende quel momento ancor più bello e speciale. A me è sempre piaciuto fare l’ultima frazione. È bello tagliare il traguardo con il testimone”.

Sulla fantastica esperienza iridata di Budapest con la 4×100:Ai Mondiali ho impressa la batteria. Avevo una carica incredibile dopo aver visto le mie avversarie, tra cui la Richardson. Dovrei sentirmi magari inferiore, invece a me dava una carica pazzesca e mi sento completamente un’altra atleta. Lì mi sono proprio attivata bene, mentre in finale ho avuto un infortunio a metà rettilineo: una lesione di 1 cm al femorale verso i 40-50 metri. Fortunatamente sono riuscita a finire la gara e siamo arrivate quarte, però mi è dispiaciuto non dare quel plus per avvicinare magari il terzo posto“.

Di seguito la video intervista integrale alla velocista Alessia Pavese, nell’ultima puntata di Sprint2u:

VIDEO INTERVISTA ALESSIA PAVESE

Foto: Lapresse