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Editoriali

2021-2023: il triennio d’oro dell’Italia. Trionfi a ripetizione, è l’apogeo del nostro sport

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Italia Coppa Davis
Italia Coppa Davis / Lapresse

26 novembre 2023. Un’altra data da ricordare per sempre. Uno di quei giorni indelebili nella memoria, la cui reminiscenza tra qualche anno desterà sempre un brivido dentro di noi. Nell’arco di quattro ore l’Italia ha piantato ben due bandiere in Spagna: prima il bis iridato di Francesco Bagnaia in MotoGP a Valencia, poi l’agognata Coppa Davis di tennis a Malaga, attesa e inseguita per 47 interminabili anni, sostanzialmente mezzo secolo.

Stiamo vivendo l’apogeo del nostro sport nazionale. Un triennio iperuranico, in cui l’Italia ha collezionato una serie di trionfi di un prestigio tale da non poter essere avvicinati da nessuno nel mondo. Tutto cominciò nel 2021. La lista è lunga: Europei di calcio, un’Olimpiade di Tokyo da sogno con lo zenith inarrivabile dell’apoteosi di Marcell Jacobs nei 100 metri (a proposito di date, quella fu il 1° agosto 2021…), Europei di softball, Europei di volley maschile e femminile, la Parigi-Roubaix di Sonny Colbrelli, gli Europei di football americano, solo per citarne alcuni. Poi un 2022 altrettanto entusiasmante con il Mondiale maschile di volley, il titolo di Francesco Bagnaia in MotoGP 13 anni dopo Valentino Rossi, le 17 medaglie ai Giochi Invernali di Pechino 2022 (col primo successo di sempre nel curling!), i 16 ori ai Mondiali in gare olimpiche negli sport estivi, il dominio totale nel medagliere che teneva conto dei podi delle rassegne continentali di tutte le discipline olimpiche estive, senza dimenticare i Giochi del Mediterraneo.

Anche il 2023 aveva sinora riservato emozioni a raffica, a cominciare dagli sport invernali, dove il Bel Paese ha collezionato la bellezza di 22 podi (e 6 ori) nei vari Mondiali: si tratta di un record. E come dimenticare poi la prima affermazione di sempre agli Europei a squadre di atletica (la ex Coppa Europa), il primo posto nel medagliere ai Giochi Europei, per poi concludere con il botto con un nuovo Mondiale di MotoGP e la Coppa Davis.

Prosegue dunque l’era dell’Italia Caput Mundi. Abbiamo il miglior pilota della MotoGP (Bagnaia), un serio candidato al trono mondiale del tennis (Sinner), l’uomo più veloce del mondo (Jacobs), discipline storiche come atletica e nuoto vivono un rinnovato El Dorado, gli sport invernali fanno sognare con fuoriclasse affermati come Sofia Goggia, Federica Brignone, Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer e tanti altri campioni che promettono scintille alle Olimpiadi casalinghe di Milano-Cortina 2026, ma in generale c’è fermento ovunque e si raggiungono risultati insperati sino a qualche anno fa: pensiamo ad esempio al titolo europeo a squadre conquistato dalla Nazionale maschile di ginnastica artistica, passato sin troppo sottotraccia. Le principali carenze? Manca un grande campione da corse a tappe nel ciclismo, mentre in F1 da troppo tempo la Ferrari è ai margini.

Le prospettive a breve-medio termine (2024-2026) lasciano presagire un’Italia ancora ai massimi livelli e capace di aggiungere nuovi gioielli alla collezione. La vera sfida sarà consolidarsi anche nel lungo periodo, quando il problema del calo della natalità diverrà sempre più opprimente. Allora servirà privilegiare ulteriormente la qualità, venendo meno la quantità. Ma questa è un’altra storia. Intanto godiamoci questa maestosa Italia che non smette di regalare perle e che promette nuove scintille. Perché a vincere non ci si abitua mai.