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Skeleton, Amedeo Bagnis durissimo sulla questione della pista di Cortina: “Il mio sogno è stato distrutto”

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Amedeo Bagnis

Nella mattina odierna è arrivata l’ufficialità che la pista di bob, slittino e skeleton prevista a Cortina in vista dei Giochi Olimpici invernali del 2026 non si farà. Come ha annunciato il presidente del CONI Giovanni Malagò, tutto è tramontato e, a questo punto, si dovrà andare a gareggiare su una delle piste già esistenti in territorio estero.

Le reazioni non sono mancate e, oggettivamente, stanno andando tutte in direzione opposta a questa decisione. Tra addetti ai lavori, appassionati e atleti, le perplessità, per usare un eufemismo, non mancano. Uno dei protagonisti più attesi della manifestazione a Cinque Cerchi italiana, Amedeo Bagnis, aspettava con impazienza di giocarsi le sue chance di medaglia nello skeleton davanti al pubblico di casa. La decisione di abbandonare il progetto della pista di Cortina, lo ha portato a scrivere un post sui suoi canali social quanto mai accorato e carico di delusione.

Le parole dello skeletonista classe 1999: “Il mio più grande sogno è stato distrutto! Oggi si è presa la decisione di disputare le gare di Bob, Skeleton e Slittino su una pista estera. Sono mesi che l’incertezza della pista va avanti…ma il mio sogno è sempre stato più forte di quest’incertezza e ho sempre sperato che riuscissero a trovare una soluzione. Oggi a “35” atleti e atlete è stato distrutto un sogno, il traguardo di un’intera carriera. Non ci meritavamo questo! O almeno non l’illusione durata anni”.

Amedeo Bagnis prosegue nel suo messaggio a cuore aperto: “Una Olimpiade in casa è un’emozione indescrivibile. Forse, addirittura meglio della prima Olimpiade in carriera, ma non lo potrò mai sapere perché io QUELL’EMOZIONE NON LA PROVERÒ MAI!!!  Ci avete tolto la possibilità di gareggiare e sentirci, per una volta, veramente a casa! Ci avete tolto la possibilità di avere un pubblico italiano a tifare per noi! Ci avete tolto la possibilità di gareggiare, ridere, gioire ed esultare nella NOSTRA TERRA, nella NOSTRA OLIMPIADE”.

L’ultima parte del suo “J’accuse” punta il mirino sul movimento italiano nel complesso: “Negli ultimi anni, in queste discipline, la crescita degli atleti è stata esponenziale! Siamo tutti giovani e piano piano le squadre stanno crescendo ma, a quanto pare, questo non basta! Forse, siamo all’inizio della fine…”.

Foto: LaPresse