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MotoGP

Moto3, Ayumu Sasaki in pole-position a Phillip Island. 3° Nepa, 5° Bertelle e Masiá in ritardo

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Finito nell’album dei ricordi il time-attack della classe Moto3 a Phillip Island. Lungo i saliscendi australiani, sede del 16° appuntamento del Mondiale 2023, i centauri della minima cilindrata sono andati in cerca del limite e, inevitabilmente, l’effetto scia si è fatto sentire nella massimizzazione della prestazione. La pole-position è stata conquistata dal giapponese Ayumu Sasaki (Husqvarna Liqui Moly Intact GP) a precedere di 0.136 l’australiano Joel Kelso (CFMOTO Racing Pruestel GP) e di 0.216 un eccellente Stefano Nepa (KTM Angeluss MTA Team). A completare la top-5 il brasiliano Diogo Moreira (KTM MT Helmets-MSI) a 0.321 e il secondo italiano della serie, Matteo Bertelle (Honda Rivacold Snipers) a 0.439.

Bravo Sasaki a sfruttare anche il gioco di squadra con il team-mate Collin Veijer, che ha terminato in sesta posizione a 0.469. L’effetto scia, come detto, nel t-4 ha consentito al giapponese di fare una grande differenza. Non altrettanto brillante per la strategia si può dire sia stato il leader della classifica generale Jaume Masiá.

Lo spagnolo non è riuscito a trovare il momento giusto per scendere in pista e non è andato oltre il 13° posto a 0.860 dal vertice, in sella alla Honda Leopard Racing. Non un bel segnale visto quanto fatto da Sasaki, secondo della graduatoria iridata, mentre l’iberico Dani Holgado (terzo della classifica generale) ha concluso 11° a 0.764 sulla Red Bull KTM Tech3, passando per la Q1.

In casa Italia, da segnalare poi il 16° tempo di Filippo Farioli sulla Red Bull KTM Tech3 a 0.980, Riccardo Rossi si è classificato 18° sulla Honda SIC58 Squadra Corse a 1.463 e 23° Nicola Fabio Carraro (Honda Rivacold Snipers Team), che sostituisce Romano Fenati per l’infortunio subìto da quest’ultimo in India (lesione al piede sinistro). Non ha preso parte al time-attack il britannico Scott Ogden (Honda Visiontrack Racing Team) per non aver ottenuto nel corso delle prove libere un crono entro il 105% rispetto al crono più veloce.

A chiusura del cerchio sono da segnalare le penalità allo spagnolo Artigas (partenza dal fondo e doppio long lap penalty), al giapponese Toba (partenza dal fondo e long lap penalty), al britannico Whatley (partenza dal fondo e long lap penalty) e all’iberico Munoz (doppio long lap penalty) per quanto fatto nel corso delle libere.

Foto: Valerio Origo