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Ciclismo: Piganzoli, Pellizzari e Tiberi. C’è speranza per l’Italia nelle corse a tappe?

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Piganzoli

Si conclude un’altra annata non del tutto esaltante in casa Italia per quanto riguarda le corse a tappe. Tra Giro, Tour e Vuelta l’unico risultato da conservare è il quarto posto di Damiano Caruso nella gara di casa, poi addirittura un niente da segnalare tra Francia e Spagna, con gli azzurri addirittura lontani dalla top-10.

Gli addii di Fabio Aru e Vincenzo Nibali continuano a farsi sentire e, almeno al momento, almeno per il prossimo futuro, non si intravedono speranze. L’obiettivo è guardare più in avanti, con alcuni giovani italiani pronti ad esplodere.

La coppia vista al Tour de l’Avenir formata da Giulio Pellizzari e Davide Piganzoli, rispettivamente un 2003 e un 2002 (hanno chiuso secondo e terzo in terra transalpina), ha già dato alcune dimostrazioni tra i professionisti, facendo vedere qualità ottime sia in montagna che, nel caso del corridore della Eolo-Kometa, anche a cronometro. Manca ancora tanto per riuscire a giocarsela ad alti livelli con i big: c’è bisogno di un ulteriore salto di qualità.

Diversa la questione legata ad Antonio Tiberi. 2023 difficile per il laziale che ha dovuto affrontare lo stop nei primi mesi a causa di una vicenda che ormai si è messo alle spalle. Cambio di squadra, passaggio alla Bahrain-Victorious e ultime settimane eccellenti con un’ottima Vuelta, conclusa in diciottesima piazza, la top-10 al Gran Piemonte ed un positivo Lombardia. Lui, rispetto ai due sopracitati, è già un gradino avanti (classe 2001), ha più esperienza e, con una maggiore convinzione nei propri mezzi, può iniziare a giocarsela almeno per un piazzamento tra i primi dieci nei Grandi Giri.

Photo LiveMedia/Luca Tedeschi