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Bob, ultima frontiera. La Federazione Internazionale punta all’espansione della disciplina in Africa

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Seun Adigun

Sport invernali, ultima frontiera. Eccovi i viaggi della Federazione Internazionale del Bob e dello Skeleton durante la sua missione quadriennale. Diretta all’esplorazione di nuovi Paesi, alla ricerca di altre federazioni e di praticanti. Fino ad arrivare dove il bob non era mai giunto”. Impossibile non parafrasare la famosissima introduzione degli episodi della serie televisiva Star Trek, perché quanto sta accadendo sa tanto di esplorazione dell’ignoto.

Mentre nel piccolo, avvizzito e arido orticello italiano volano gli stracci relativamente alla mancata riqualificazione della pista di bob, slittino e skeleton di Cortina d’Ampezzo (dinamica che obbligherà il nostro Paese ad appoggiarsi su un impianto estero per le gare dei Giochi olimpici invernali 2026), c’è fortunatamente chi si adopera per ampliare i propri orizzonti.

L’IBSF (acronimo di International Bob and Skeleton Federation, l’organo di governo internazionale del bob e dello skeleton) sta puntando con grande decisione sull’Africa. Nell’ultimo congresso tenuto a Barcellona, sono state ammesse quattro nuove federazioni nazionali (Tunisia, Etiopia, Sierra Leone e Lesotho) che hanno sostanzialmente raddoppiato il numero di membri provenienti dal Continente Nero. I nuovi arrivati si sono aggiunti a Nigeria, Ghana, Sudafrica, Togo e Gambia.

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Non solo, nel mese di settembre è stato dato grande risalto ai campionati nigeriani di spinta organizzati a Lagos. D’altronde la Nigeria è già oltre la fase embrionale, soprattutto per merito di Seun Adigun. L’ex centometrista (è stata campionessa africana 2010) ha fondato la federazione nazionale di bob e ha partecipato, in qualità di pilota, ai Giochi olimpici di Pyeongchang 2018. Non certo con risultati memorabili, essendo giunta ultima a 7”15 dalla vincitrice e 3”66 dalla penultima, ma è quantomeno stato un inizio.

Oggi la vedette del movimento nigeriano è Simidele Adeagbo, che nonostante i suoi 42 anni ha dimostrato di poter ottenere risultati di tutto rispetto nel monobob. Per intenderci, in una gara di Coppa Europa disputata a Winterberg (dove peraltro quest’inverno si terranno i Mondiali), l’africana si è classificata quarta su sedici partecipanti. Sarà anche stato un appuntamento cadetto di fine stagione, ma Adeagbo si è messa alle spalle americane, italiane, austriache e canadesi.

Insomma, qualcosa c’è. Non è solo scena. Si sta provando ad allargare l’orizzonte di uno sport già capace di attirare a sé Paesi esotici, che poco c’entrano con l’inverno. Giamaica su tutti, come molti ben sapranno. Si vedrà se, con il passare degli anni, questa politica permetterà all’Africa di diventare qualcosa più di una presenza accessoria, tramutandosi di un vero e proprio fattore sul palcoscenico internazionale.

Difficile, nessuno lo mette in dubbio, ma l’IBSF ci sta provando. Allargare quanto più possibile il bacino di utenza è fondamentale ai minacciosi occhi del Cio, ormai perennemente dotato di cesoie pronte a potare quelli che sono ritenuti “rami secchi” dell’albero olimpico, senza alcun riguardo per il passato e la tradizione.

Foto: La Presse