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Ryder Cup 2023, Fleetwood: “Avere i Molinari coinvolti è speciale per loro”. Rahm: “Quel che hai fatto prima non conta qui”

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Si sono tenute oggi le prime conferenze stampa (piuttosto brevi) dei giocatori in scena per la Ryder Cup 2023 a Guidonia Montecelio, appena a est di Roma. Sei i coinvolti per l’Europa, con la prossima metà che avrà modo di esprimersi in un secondo momento. Delle loro dichiarazioni ne sono riportati i tratti salienti.

La prima parola spetta a Viktor Hovland (Norvegia) sul ruolo che si ha nei foursome: “Non so se sia un ruolo di leadership, ma penso sia che devi capire qual è la miglior strategia per vincere i tuoi match, e alcune persone possono parlare meno, o essere più rilassate o non parlare molto, quindi l’altra persona si prende il ruolo. Ma siamo compagni di squadra e stiamo cercando di creare un rapporto dove unopuò fidarsi dell’altro e viceversa. Credo sia più un fatto di creare fiducia. Non penso sia che uno debba dire ok, mi prendo la proprietà di tutto. Penso sia più ‘cosa devo fare per entrare in questa partnership’. Ci si viene incontro“.

A Jon Rahm (Spagna) è chiesto se il fatto di essere tra i migliori europei gli dia più responsabilità: “No. Ero numero 1 due anni fa, e non ha significato niente. Vorrei pensare che qualsiasi cosa prima e dopo questa settimana non importi. Non dovrebbe impattare su come ci prepariamo per questa. Alla fine, è match play, ed è tutto basato sul fare il miglior lavoro possibile per battere la persona che hai di fronte a te in quella sessione. Quello che hai fatto prima non conta, è un’atmosfera diversa, un luogo diverso“.

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Shane Lowry (Irlanda) si sofferma sulla leadership di Luke Donald: “E’ stato fantastico. Ho potuto conoscerlo nell’ultimo paio d’anni. Non dice molto, ma quando lo dice, ascolti, è sempre stato così. Credo che sia quel tipo di capitano. Credo che farà tutto quello che è in suo potere, chiamare le scelte giuste. Farà le decisioni difficili. Ed è difficile per un capitano entrare nell’evento, anche essere amichevole coi giocatori e giocare a golf negli anni e poi doverne mettere fuori qualcuno, prendere decisioni complesse. Penso che Luke non sarà spaventato, e penso sia questo che lo renda un grande capitano“.

Ludvig Aberg (Svezia) è il debuttante, l’uomo di cui tutti parlano. Pro da neanche un anno, ancora zero Major giocati, ma un grande rendimento recente in Europa ed eccolo qui: “Se qualcuno mi avesse detto due mesi fa che sarei stato qui a giocare la Ryder Cup, non gli avrei probabilmente creduto. Ma avrei creduto in loro se avessi detto che ce l’avrei potuta fare. Come sono andati gli ultimi due mesi è davvero forte per me. E’ stato un periodo abbastanza intenso, e sto cercando di apprezzarlo, di godermelo. Stare qui è bello“.

Anche Sepp Straka (Austria) è al debutto assoluto in Ryder, e anche lui parla della differenza foursome-fourball: “Sono molto diversi. Ci sono mentalità diverse. Nei foursome, è difficile a volte entrare in ritmo, perché colpisci una volta ogni due e magari ti ritrovi a giocare otto, nove buche senza colpire un vero putt. Questo, sì, è sempre difficile. Nei fourball tenti di fare più putt per il birdie che puoi. Non ho una reale preferenza“.

L’ultimo europeo a comparire è Tommy Fleetwood (Inghilterra), che spende pensieri importanti per Francesco ed Edoardo Molinari: “Sarebbe grande per loro una vittoria in Italia. Che tempo speciale per il loro Paese per avere due fratelli che sono stati il volto del golf per un tempo che ora è lungo. So che loro preferirebbero giocare, è come ci sentiamo noi giocatori. Ma averli coinvolti è speciale per loro allo stesso modo. A livello personale, sono ancora molto vicino a Francesco e Valentina e alla famiglia, e sono spesso nei suoi dintorni o alle cene. Parlare durante il giorno conlui è molto bello per me. Non sarà stato a Whistling Straits, ma gli sono sempre stato molto vicino nel mio viaggio in Ryder Cup. Ha giocato una parte importante finora“.

Foto: LaPresse