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Calcio

Calcio femminile, la Spagna convoca 15 delle 23 campionesse del mondo dopo il caso Hermoso

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Hermoso Rubiales

Il caos in casa Spagna dopo il successo nel Mondiale di calcio femminile 2023 continua a tenere banco. Una situazione difficile da gestire dopo il bacio sulla bocca durante la premiazione a Sydney dell’ex presidente federale Luis Rubiales alla centrocampista della formazione spagnola Jenni Hermoso.

Le giocatrici avevano emesso un comunicato qualche giorno fa in cui annunciavano che, se non ci sarebbero stati significativi cambiamenti nella federazione, si sarebbero rifiutate di giocare le prossime partite. Sulla panchina si è seduto il nuovo commissario tecnico Montsé Tomè che ha diramato l’elenco delle convocate per le partite di Nations League contro Svezia e Svizzera. Elenco dal quale manca proprio Hermoso: “Questo è il modo migliore per proteggerla” – ha detto Tome.

Elenco delle convocate che comprende ben 15 giocatrici delle 23 che sono salite sul tetto del mondo nella rassegna in Australia e Nuova Zelanda. Decisioni che non chiarificano la situazione attuale in casa Spagna: la crisi è rientrata oppure no?

Numerose sono state le versioni dei quotidiani spagnoli: secondo El Pais, Tomè avrebbe emesso questa lista senza aver ancora in tasca l’accordo con le campionesse del mondo, senza quindi avere la certezza che accetteranno di tornare in campo. El Confidencial sostiene che dietro questa lista ci sarebbe addirittura un vero e proprio ordine, con cui la Federazione punta a piegare ogni resistenza delle ragazze.

Gruppo che non sembra compatto, poiché dopo l’annuncio delle convocazioni, è arrivato un altro comunicato nel quale si legge come messaggio centrale: “La Federcalcio spagnola non è in grado di obbligarci a rispondere alla convocazione alla Nazionale. Va contro le regole Fifa”. Una nota che è stata condivisa sui social da 12 giocatrici, ma altrettanto non è stato fatto da altre 7 giocatrici tra cui Olga Carmona, colei che ha deciso il Mondiale con il suo gol. Si rischia un vero e proprio muro contro muro.

Foto: Lapresse